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Coesione territoriale nei programmi di Majorino, Moratti e Fontana


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La creazione della Strategia Nazionale per le Aree Interne, a partire dal 2014, ha messo al centro dell’agenda politica la questione dei luoghi periferici caratterizzati da un progressivo calo demografico, impoverimento economico, e difficoltà ad accedere ai servizi. Pur riconoscendosi in questo quadro comune, le proposte dei candidati tendono a differenziarsi molto.

Il programma di Pierfrancesco Majorino è incentrato sulle istituzioni che possono favorire la coesione territoriale: rafforzare i servizi e competenze dei piccoli Comuni per mettere a terra progetti di sviluppo basati sulla partecipazione a bandi, creando inoltre patti d’area con enti locali e forze sociali.

Il programma si propone inoltre di rafforzare la montagna, che costituisce il 40% del territorio lombardo, attraverso strategie di sviluppo integrato che guardano a vari aspetti dell’economia montana (turismo, forestazione, agricoltura, sanità di montagna) per il rilancio di queste aree.


La strategia di Letizia Moratti per le Aree Interne è inscritta all’interno di una strategia per il contrasto delle fragilità sociali, che si impernia sul rafforzamento dei servizi essenziali di cittadinanza e lo stimolo economico delle realtà territoriali (urbane e non) più fragili.

Per quanto concerne il problema del calo demografico delle Aree Interne, il programma di Letizia Moratti prevede l’elargizione di contributi a fondo perduto alle giovani coppie per l’acquisto di immobili collocati in una delle Aree Interne lombarde. La proposta individua, tra i temi centrali, la montagna.

La proposta concreta è quella di recuperare alpeggi e fabbricati rurali, sia in funzione di stimolo dell’economia, che in funzione di ridurre il disboscamento di nuove aree.


La proposta di Fontana per la coesione territoriale fa perno sul concetto di Lombardia “policentrica”, cioè guardando ad altri vettori di sviluppo oltre al territorio di Milano.

L’azione, in concreto, si esplicherebbe nel rilancio economico e sociale attraverso la programmazione negoziata per l’attrattività e la competitività dei territori. Un aspetto chiave è la messa in efficienza del sistema dei trasporti al di fuori dei grandi centri urbani.

Infine, laddove il programma di Moratti e Majorino mette al centro la montagna, il programma di Fontana si concentra sui bacini d’acqua, fiumi e grandi laghi alpini, con la proposta di avere compensazioni territoriali da parte degli operatori delle derivazioni idroelettriche, formando una gestione delle risorse idriche in ottica monte-valle.

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