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La posta in gioco ambientale nei programmi dei partiti italiani

Il destino del Green Deal e, più in generale, della “via europea” verso la transizione, dipenderanno in larga parte da come si esprimerà l’elettorato nei prossimi giorni.


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Mai come in occasione della campagna per la decima legislatura del Parlamento Europeo le forze politiche italiane si sono concentrate sul tema ambientale. Ma come, effettivamente, l’ambiente e le politiche verdi trovano spazio nei programmi elettorali dei partiti che siedono a Montecitorio?

La strategia inaugurata da Ursula von der Leyen nel 2019 ha rappresentato un acceso terreno di scontro tra gli eurodeputati. WWF ha stilato una classifica del comportamento di voto in merito ai provvedimenti su clima, natura e inquinamento per il periodo 2019-2024. Se si guarda ai partiti italiani, l’indagine permette di leggere la continuità tra le prese di posizione assunte durante l’ultima legislatura e le posizioni espresse nei testi programmatici in vista della prossima.

La narrativa dei partiti sul Green Deal

 

Esaminando i manifesti elettorali, ogni partito – di seguito ordinato dal meno al più “virtuoso” secondo la classifica di WWF – offre la propria narrativa di ciò che è prioritario, inquadra lo stato dei problemi e le possibili soluzioni.

Issue

Action

LEGA

FdI

FI

ITALIA VIVA +EUROPA

AZIONE

PD

M5S

ALLEANZA VERDI/ SINISTRA

Pagine programma

16

18

15

12

52

48

102

41

Cambiamento/i climatico/i / crisi climatica

1

1

1

1

10

9

19

8

CAUSE DEL / DEI / DELLA

emissione/i / inquinamento / Co2 / fossili / petrolio / estrazione / carbon* (e termini connessi)

4

/

3

/

38

4

71

18

Ambient*

= ambiente/ ambientale/i/ ambientalismo

4

9

3

9

12

11

29

32

Natur*

= natura / naturale/i

1

3

2

/

2

/

18

3

Energ*

= energia/e / energetica/o /energetiche/energetici

5

23

13

/

36

15

76

18

Transizione (ambientale/ecologica/energetica/green/verde)

2

3

2

/

10

14

49

10

[Sviluppo] Sostenibile

/

[1] 4

[/] 2

/

[3] 9

[5] 17

[8] 48

[2] 17

Sostenibilità

3

3

/

2

2

4

17

5

Green [Deal]

7 [6]

6 [2]

3 [2]

/

26 [5]

6 [3]

24 [11]

7 [5]

Totale parole

27

52

29

12

145

80

351

118

Tab. 1. Ricorrenza dei termini contestuali alla questione ambientale

La ricorrenza di alcune parole chiave all’interno dei programmi dà una panoramica del modo in cui è trattata la questione ambientale, ma anche del grado di (dis)allineamento dei gruppi europei rispetto ai principi e ai metodi del Green Deal.

Destra: “da un Green Deal ideologico a uno realistico”

Partendo dalla Lega, capofila dell’ultradestra euroscettica “Identity and Democracy”, il cambiamento climatico viene menzionato in una sola circostanza, ma non come problema, quanto piuttosto come finzione costruita ad hoc dalla “sinistra”. In questo ribaltamento prospettico, il contenzioso ambientale è il Green Deal. Rispetto alle politiche verdi, la Lega rivendica un approccio che faccia leva sul “buonsenso”, orientato ad accrescere la competitività italiana sui mercati internazionali, soprattutto per quanto riguarda il settore agroalimentare. Viene inoltre dedicata attenzione alla “difesa del patrimonio immobiliare”, con la proposta di abolire le direttive sulle “case green”, così come la legge sulla “messa al bando” delle autovetture endotermiche entro il 2035.

Fratelli d’Italia, tra i partiti più rappresentativi dei conservatori europei (“ECR”), parla di “crisi climatica” in una sola circostanza in riferimento all’agricoltura, dipinta non come “problema” del cambiamento climatico, quanto piuttosto come “risorsa”.

Analogamente alla Lega, anche per FdI va posto un freno alle “eco-follie” del Green Deal e del “pensiero ecologico conservatore”. Contemporaneamente, nel paragrafo 3 (“Difendere la Natura”) viene sottolineata l’importanza di cambiare le regole del gioco “per salvaguardare l’ambiente, rendendo le […] imprese più sostenibili e competitive”. Due sezioni sono dedicate all’indipendenza energetica, da raggiungere tramite patti con stati africani produttori di energia nell’ambito del Piano Mattei, e all’ “Europa blu”, con lo scopo di potenziare le “imprese balneari, la nautica, la cantieristica e il turismo marittimo” .

Forza Italia, all’interno dello “European People Party”, propone l’ “ambientalismo responsabile” al numero 7 tra le 10 priorità programmatiche. Anche FI propone il passaggio “Da un Green Deal ideologico ad un Green Deal realistico” con misure come “l‘indipendenza energetica da fonti fossili provenienti da Paesi terzi”, ma anche investimenti nel nucleare e nei rigassificatori. Il cambiamento climatico viene invece preso in considerazione della priorità numero 8 (“Sostenere agricoltura e pesca”) contestualmente ad un’ “equa distribuzione dei fondi della PAC tra gli Stati membri” per incentivare scelte imprenditoriali “sostenibili” se tese a valorizzare le specificità della filiera italiana.

 

Centro: sostenibilità ambientale ed economica

 

Italia Viva e +Europa riuniti nella lista Stati Uniti d’Europa associata al gruppo liberale “Renew Europe” propongono un manifesto in 12 punti. All’ “Europa della sostenibilità ambientale ed economica” è dedicato l’undicesimo punto, dove si parla di lotta al cambiamento climatico come uno “degli obiettivi dell’Unione”, senza tuttavia ulteriori riferimenti alle politiche green, da subordinare alla costruzione di una federazione europea di stati, punto prioritario della proposta elettorale.

Sempre nel gruppo dei liberali, Azione propone una programma più strutturato. La questione ambientale trova spazio nella seconda sezione (“Transizione Ecologica”) e nella quinta (“Agricoltura”), con un’articolata proposta di riforma delle politiche verdi in spirito liberale, conciliando la tutela dell’ambiente mantenendo prioritaria la crescita economica fondata sulla tutela della produttività e dei consumi interni. Vanno in questa direzione le proposte di rivedere il cronoprogramma del Green Deal, in particolare rispetto a edilizia, industria automobilistica e agricoltura.

Sinistra: dall’Industrial act alla povertà energetica

 

Il Partito democratico (Pd), membro di “Socialists & Democrats”, dedica la terza delle sei sezioni del programma alla visione di un’ “Europa sostenibile”. Il partito di Schlein rinnova l’impegno di un Green Deal dal “cuore rosso”, rivendicato l’importanza di legare giustizia sociale e giustizia climatica. Tra le principali priorità di azione del PD spicca “l’Industrial Act”, una misura pensata per riqualificare i settori più interessati dalla transizione verde. Figurano anche il “Fondo per la Transizione Giusta” e il “Fondo Sociale Europeo, due proposte per finanziare processi di formazione in lavori green e aumentare l’occupazione di qualità”, ma anche rispetto alla PAC, da ripensare in una prospettiva di maggiore sostenibilità della filiera alimentare e lotta al cambiamento climatico.

Chi fa della questione ambientale un pilastro della propria proposta è il Movimento 5 stelle – alle elezioni tra i non iscritti. Il capitolo 9 “Una mobilità sostenibile per i territori” specifica l’intenzione di avanzare proposte per una maggiore e più efficiente elettrificazione del sistema di trasporto pubblico e del supporto all’uso della bicicletta. Il capitolo 11 è interamente dedicato a un rafforzamento del Green “New” Deal.

Tra le proposte più ambiziose spiccano l’“energy recovery fund strutturale per fare fronte alla povertà energetica”, la tassazione degli “extraprofitti delle compagnie energetiche”, crediti fiscali per finanziare la transizione, la nascita di una banca europea per la transizione ecologica, l’instaurazione di un “fondo sociale permanente per il clima” a favore di famiglie e piccole-medie imprese. Ma la questione ambientale attraversa anche altri punti programmatici, dalla PAC alla lotta alle mafie, dalla salute ai diritti animali, dalla pesca alla centralità delle città nell’attuazione dei piani della transizione green e come motori dello sviluppo sostenibile.

Infine, Alleanza Verdi / Sinistra, alle elezioni con l’European Green Party, è la lista che affronta la questione ambientale in ogni sezione del proprio programma con un approccio per certi versi antisistemico. Il rafforzamento del Green Deal è ritenuto “essenziale” per raggiungere la neutralità climatica e costruire un’Europa alimentata al 100% da energie rinnovabili”. La proposta di punta è l’anticipo della scadenza del piano di neutralità dal 2050 al 2040, un traguardo per ripensare l’intero modello di sviluppo sostenibile e garantire la pace su scala planetaria. Neutralità climatica in ambito energetico, trasporti, mobilità, economia circolare e “rifiuti zero”, biodiversità, “agricoltura biologica” e protezione del mondo animale sono i principali ambiti di intervento individuati dal programma.
Sulla discussione di specifiche proposte di legge, proseguirà il conflitto parlamentare.

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