La crisi migratoria del 2015, ha messo in luce la fragilità del sistema di asilo europeo e creato un aspro confronto tra Stati Membri sulla questione della redistribuzione dei migranti e dei richiedenti asilo. La crisi ha inoltre evidenziato le differenti attitudini di alcuni Stati dell’Europa centro-orientale, Ungheria in primis, verso il tema dell’accoglienza. Il conflitto di valori si è riverberato nelle negoziazioni tra Stati, creando una pericolosa spaccatura est-ovest e rendendo necessario un compromesso al ribasso sulle regole relative a migrazione e asilo.
Nei vari Stati, i partiti di estrema destra hanno trovato un terreno fertile nelle tensioni scaturite dall’arrivo di migranti e richiedenti asilo, mentre all’interno dei partiti di centro e persino di sinistra si sono aperte fratture sulle politiche migratorie. Se, come sembra plausibile, i trend migratori correnti sono destinati a continuare, e forse aumentare, nel prossimo futuro, quale sarà la risposta europea?
I cittadini: Più Europa sulle migrazioni
La scelta sembra essere tra un maggiore coordinamento tra i partner europei da parte della Ue per controllare i flussi migratori e garantire l’asilo ai rifugiati, e un’Europa che continui a muoversi in ordine sparso sul fenomeno. Secondo i dati del sondaggio SOLID (ERC n. 810356) condotto nel 2022 su un campione di circa 32000 residenti provenienti da 15 Paesi Ue più il Regno Unito, le preferenze dei cittadini europei sono più rivolte verso la prima scelta: il 61% dei rispondenti vorrebbe infatti una Ue più attiva nelle politiche di immigrazione e di asilo dei rifugiati. A fronte di questo dato, solo il 15% vorrebbe un’Ue meno impegnata, mentre chi si accontenta di quanto l’Ue già fa è del 18%. A fronte di queste preferenze, quali sono le proposte delle famiglie politiche europee?
Le politiche migratorie viste dai partiti europei
Puntare sulla solidarietà
Il Partito Socialista Europeo (PSE), partendo dalla constatazione che le migrazioni hanno sempre fatto parte della storia europea, propone di creare un sistema comune di migrazione e asilo basato sulla solidarietà e su responsabilità condivise. Costruendo sul recente Patto sull’Asilo e la Migrazione, il PSE propone di rafforzarne la componente umanitaria, in particolare promuovendo la protezione dei minori, punendo violenze sessuali e trafficanti e garantendo procedure giuste per l’asilo. Allo stesso tempo, il PSE si impegna a rafforzare i bordi esterni pur non criminalizzando i salvataggi in mare delle NGO e creare partnership trasparenti con stati terzi per il controllo dei flussi.
Superare “Fortezza Europa”
La Sinistra Europea intende superare il paradigma della “Fortezza Europa“, attraverso l’abolizione dell’accordo di Dublino e di Frontex, l’agenzia europea per il controllo delle frontiere. Allo stesso tempo, propone la creazione di una politica di migrazione e asilo che sia “davvero” europea, e basata su solidarietà obbligatoria tra tutti gli stati membri. Rispetto ai flussi, chiede la creazione di rotte legali e sicure che permettano di smantellare traffico dei migranti e nel contempo garantire la sicurezza dei richiedenti asilo. Rispetto ai patti con Stati terzi, la Sinistra Europea si impegna a smantellare gli accordi che violino i diritti fondamentali sanciti dalla Convenzione di Ginevra.
Un diritto non negoziabile
I Verdi Europei partono dalla considerazione che il diritto di asilo non sia negoziabile. Nel loro programma, il coordinamento dell’Ue è ancora una volta centrale, e basato su solidarietà e condivisione delle responsabilità tra Stati. Per i Verdi è anche importante la procedura di asilo: questa deve essere veloce e decentralizzata, in modo da ridurre l’impatto sui richiedenti asilo. Allo stesso modo, i Verdi si impegnano per aprire nuovi canali per l’immigrazione legale, attraverso un codice migratorio che faciliti i ricongiungimenti familiari e facilitando l’accesso al visto per cittadini extracomunitari che si trovino in Europa per differenti ragioni. Anche i Verdi si impegnano a rivedere gli accordi per la gestione dei flussi migratori con Stati terzi, sempre in vista del rispetto dei diritti umani.
Riformare il sistema di asilo
Anche i liberali europei (ALDE) optano per il raggiungimento di soluzioni comuni, riformando il sistema di asilo europeo alla luce di una necessaria maggiore condivisione di oneri e responsabilità. La priorità viene data al soccorso dei migranti in difficoltà, anche lanciando nuove operazioni di Ricerca e Soccorso nel Mediterraneo in difesa della salvaguardia dei diritti umani. Al tempo stesso, appaiono nel manifesto anche elementi di esternalizzazione della gestione del fenomeno migratorio: accordi con paesi terzi per fermare coloro che non hanno diritto a entrare, creazione di centri per la gestione delle domande di asilo al di fuori dei confini europei, favorire l’immigrazione incentrata sulle skills, aprendo canali per i meritevoli e i possessori delle competenze necessarie all’Unione.
Più cooperazione con i Paesi terzi
Di tono diverso il manifesto dei Popolari Europei (PPE), più spostato verso la chiusura per quanto riguarda le tematiche migratorie. Nel complesso, i Popolari tracciano una linea di divisione netta: favorire da un lato gli ingressi e l’immigrazione dei possessori di competenze necessarie per il mercato interno europeo, e fermare con forza, dall’altro lato, il business dei trafficanti di esseri umani, bloccando i canali di ingresso illegali. In questa funzione, le proposte si condensano attorno alla destinazione di maggiore risorse per il pattugliamento e il rafforzamento dei confini, attraverso sia infrastrutture fisiche sia tecnologie biometriche; il rafforzamento della cooperazione con paesi terzi, come nel caso della Tunisia; la trasformazione di Frontex in una entità di maggiore efficacia, triplicando lo staff a 30.000 addetti, tanto prevenendo gli ingressi illegali quanto facilitando il ritorno nei Paesi d’origine di chi non ha diritto di restare nell’Unione. Come ribadito più volte nel testo, ogni misura proposta dal PPE resta comunque ancorata alla difesa dei diritti umani e incentrata su soluzioni comuni.
Confini chiari
Non sorprendentemente, è dai Conservatori e Riformisti (ECR) che arrivano le posizioni più ferme sul fenomeno migratorio. Anche nel caso dei Conservatori la preferenza è per un approccio comune e sinergico: le soluzioni proposte infatti, dalla costruzione di confini fisici agli interventi per risolvere alla radice le cause del fenomeno migratorio, devono essere finanziate da tutti gli Stati Membri in uno sforzo comune – una cooperazione che si estende anche al rafforzamento di alcune agenzie europee come Frontex. Ampio spazio è dedicato infine allo spettro della ‘weaponization’ dell’immigrazione, l’uso degli immigrati come un’arma da parte di attori esterni destabilizzatori: anche in luce di ciò la forte preferenza per la chiusura viene legittimata dall’ECR.
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