Cosa e perché
Il 24 luglio 1974, la giunta militare di impronta fascista che governa la Grecia cade. Sette anni prima, un pugno di ufficiali dell’esercito aveva architettato un colpo di Stato per rovesciare la democrazia, occupando con la forza alcuni luoghi strategici di Atene e arrestando i principali leader politici. Era il 21 aprile 1967 e da allora il Paese, già snervato da fragilità interne che si trascinavano dalla fine della Seconda guerra mondiale, vede attecchire una dittatura che in breve tempo spegne diritti e libertà. A guidare la giunta, il colonnello Geōrgios Papadopoulos.
In piena Guerra fredda, durante quello che è passato alla storia come “il regime dei colonnelli”, in migliaia tra attivisti, dissidenti, intellettuali vengono imprigionati e torturati, i partiti sciolti e la stampa censurata. Negli stessi anni, oltre il braccio di mare dello Ionio, l’Italia vive la stagione dello stragismo nero.
Mezzo secolo dopo, mentre l’Europa riscopre i nazionalismi e le guerre, torniamo a una Grecia che per l’estrema destra italiana è stata serbatoio di identità, esempio di violenza e modello di gestione autoritaria del potere, provando a capire cosa lega quei fatti a noi e al resto del mondo, fino a che punto i colonnelli riuscirono a influenzare i governi occidentali e quali ombre le formazioni politiche nate nel grembo del fascismo continuano a gettare sul presente.
Studente fermato dalla polizia durante una manifestazione al Pireo –
«L’Espresso» n.16, 20 aprile 1969
Archivio Pietro Secchia, serie Materiali di ricerca e lavoro
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Raccontare il regime dei Colonnelli in Grecia oggi
«Contemporaneamente i militari hanno proibito i capelli lunghi, le minigonne, Sofocle, Tolstoj, Mark Twain, Euripide, spezzare i bicchieri alla russa, Aragon, Trockij, scioperare, la libertà sindacale, Lurçat, Eschilo, Aristofane, Ionesco, Sartre, i Beatles, Albee, Pinter, dire che Socrate era omosessuale, l’ordine degli avvocati, imparare il russo, imparare il bulgaro, la libertà di stampa, l’enciclopedia internazionale, la sociologia, Beckett, Dostoevskij, Čechov, Gor’kij e tutti i russi, il “chi è?”, la musica moderna, la musica popolare, la matematica moderna, i movimenti della pace, la lettera “Ζ” che vuol dire “è vivo” in greco antico.»
Nel 1969, sotto la dittatura, il regista Costa-Gavras dirige Z – L’orgia del potere, film in cui – mascherando luoghi e personaggi per scansare la censura – percorre le vicende che preparano il terreno alla presa di potere dei militari in Grecia. Ed è in questo clima di sospetti, divieti e feroce anticomunismo, descritto bene dalle parole finali della pellicola, che tra i giovani e gli intellettuali del paese matura un’insofferenza deflagrata poi nell’estate del ’74.
Icona della resistenza è Alexandros Panagulis che il 13 agosto del 1968 prova a uccidere Papadopoulos e a ripristinare la democrazia, ma fallisce. La notizia della sua condanna a morte solleva un’ondata di indignazione. Incalzati dalle richieste di scarcerazione, i colonnelli sono costretti a cedere: la liberazione di Panagulis apre le prime crepe nel regime.
La stagione finale
Altro momento di incertezza è il novembre del 1973, quando centinaia di studenti si barricano dentro il Politecnico di Atene al grido di «pane, istruzione, libertà». L’entusiasmo dei ribelli contagia la città: in massa, gli ateniesi si uniscono alla protesta, che prende di mira anche gli Stati Uniti e la Cia, colpevoli di appoggiare la giunta. La reazione dei militari è crudele; i carri armati sfondano i cancelli dell’università e fanno fuoco sui manifestanti, togliendo la vita a oltre venti giovani.
Ma è chiaro che il vento ha cambiato direzione. Nel tentativo di continuare a reggere le redini del potere, il 15 luglio dell’anno dopo i colonnelli azzardano un’ultima mossa: mettono le mani su Cipro (considerata da molti nazionalisti territorio greco) e depongono il presidente cipriota, l’arcivescovo greco-ortodosso Makarios. L’operazione si rivela un disastro: in risposta al golpe, la Turchia contrattacca invadendo la parte nord dell’isola e il regime – indebolito, sgradito non solo tra la popolazione ma anche tra gli alti gradi dell’esercito – si sfalda in una manciata di giorni. La Grecia torna alla democrazia.
A cinquant’anni da allora, mentre le destre radicali rispolverano valori incompatibili con la democrazia, ripercorriamo una data che è ancora simbolo di libertà, resistenza e cambiamento, chiedendoci cosa avvicina la dittatura dei colonnelli al neofascismo italiano attraverso le riflessioni di Stefania Limiti e Elia Rosati; indagando la postura assunta dalla Democrazia cristiana con Daniela Saresella e le ricadute che i colpi di Stato del ’73 hanno avuto sul pensiero di Enrico Berlinguer nella direzione del compromesso storico con Gregorio Sorgonà.
Ancora: Gabriele Pedullà ci guida tra i linguaggi e le prassi dei leader di destra; con David Bidussa entriamo nelle pagine di Socialismo fascista di Pierre Drieu La Rochelle, un testo che è stato luogo di identità per le destre europee del secondo dopoguerra; Serena Rubinelli racconta Z di Vasilīs Vasilikos – il romanzo da cui Costa-Gavras ha tratto il suo film – e i rapporti intrecciati con Giangiacomo Feltrinelli.
Completano lo speciale un atlante storico interattivo costruito da David Bidussa e Alice Giglia, con cui visualizzare le dinamiche della Guerra fredda e lo spostamento del confine fra i diversi blocchi nel Mediterraneo e in Medioriente, e una selezione di fonti dal nostro archivio a cura di Serena Rubinelli e Vittore Armanni.
Viaggia nella Storia
Questo atlante storico vuole indagare il cambiamento profondo che investì il quadro geopolitico internazionale tra il 1955 e il 1980.
Conflitti, colpi di stato e stragismo in quegli anni hanno modificato i confini: dove finiva l’Occidente? Dove l’Occidente pensava che finisse il suo mondo e cominciasse il mondo “avversario”? Il tempo del regime dei Colonnelli in Grecia (1967-1974) è uno dei tasselli che compongono questo quadro in movimento: può essere compreso…0 solamente con uno sguardo più ampio, lo stesso che si propone qui.
Leggi gli approfondimenti
Testi, interviste e riflessioni cinquant’anni dopo la fine della dittatura greca.
La gita in Grecia dei neofascisti italiani
di Stefania Limiti, giornalista
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Democrazia cristiana verso il compromesso storico
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L’esperienza del centro-sinistra di Aldo Moro, partita con grandi ambizioni…
“Evviva i colonnelli greci! Ci vorrebbero colonnelli italiani!”
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“Lessico familiare” della destra italiana
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Spesso quando si analizza la lunga storia della destra radicale italiana…
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Un uomo solo al comando
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«In un primo momento è sembrato che Parri fosse lui il contrario di Mussolini; ma Parri lo era per via…
Le radici storiche
L’inchiesta sulla Grecia dei colonnelli è una serie in quattro puntate che Furio Jesi pubblica sul mensile “Resistenza. Giustizia e Libertà” tra settembre e dicembre 1968.
L’inchiesta ha il pregio di partire da lontano, ovvero da come la Grecia è uscita dalla Seconda guerra mondiale, al prezzo anche di una lunga guerra civile che si chiude nel 1947, e come poi a lungo – almeno fino all’inizio degli anni sessanta – rimanga in una condizione di stallo tra il fascino di una svolta a destra e le incertezze della sinistra. Questa condizione inizia ad aggravarsi nel maggio 1963 quando viene ucciso il deputato di Sinistra democratica Unita (EDA) Grigoris Lambrakis da parte di militanti della destra (da quella vicenda lo scrittore Vasilis Vasilikòs trae lo stesso anno il suo romanzo politico Z. L’orgia del potere (Feltrinelli), nel 1969 trasposto dal regista Costa Gavras nel film Z L’orgia del potere). Il colpo di stato del 21 aprile 1967 avviene in un clima di crescente preoccupazione e vede gli Stati Uniti fortemente coinvolti.
Per uscirne, scrive Jesi, occorrerà fare in modo che la sinistra recuperi una funzione non solo di forza politica nelle città, ma si radichi anche nella Grecia profonda, dando voce anche al malessere del mondo contadino.
Il colpo di Stato dell’aprile 1967 non è un incidente di percorso. Perché sia possibile inaugurare un nuovo tempio in Grecia occorre pensare un nuovo processo politico che veda protagoniste quelle fette di società a lungo assenti, o spettatrici di una politica fatta da altri, da cui si sentono esclusi.
Per saperne di più
Una selezione di titoli per approfondire il regime dei Colonnelli e i suoi rapporti internazionali.
L’estate del golpe. 1973, l’attentato a Mariano Rumor, Gladio, i fascisti. Tra piazza Fontana e il compromesso storico
Stefania Limiti, Chiarelettere, 2023.
Il bombarolo. La strage dimenticata di via Fatebenefratelli
Paolo Morando, Massimo Pisa, Feltrinelli 2024.
La tigre e i gelidi mostri. Una verità d’insieme sulle stragi politiche in Italia
Gianfranco Bettin e Maurizio Dianese, Feltrinelli 2023.
L’ultima Dc. Il cattolicesimo democratico e la fine dell’unità politica (1974-1994)
Daniela Saresella, Carocci Editore, 2024
Colonnelli. Il regime militare greco e la strategia del terrore in Italia
Dimitri Deliolanes, Fandango 2019
Iconografie della destra. La propaganda figurativa da Almirante a Meloni
Luciano Cheles, Viella, 2023
Vogliamo tutto. Perché due generazioni hanno creduto alla rivolzione 1960-1988
Angelo Ventrone, Laterza, 2012
L’Italia delle stragi. Le trame eversive nella ricostruzione dei magistrati protagonisti delle inchieste (1969-1980)
Angelo Ventrone, Donzelli, 2019
Il nemico in politica. La delegittimazione dell’avversario nell’Europa contemporanea
F. Cammarano e Stefano Cavazza, Il Mulino, 2012