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Microstorie di Resistenza

Un podcast con il contributo di Angelo Miotto


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La crudeltà della legione Ettore Muti stava di casa in Via Rovello 2, a Milano, dove oggi c’è il Piccolo Teatro. Qui, con feroci torture, venivano seviziati e uccisi i resistenti. Ripercorriamo quei crimini attraverso la sentenza del 1947, a partire da un libro di Luigi Pestalozza con la prefazione di Ferruccio Parri. E grazie ad alcuni camei tratti da ‘Mai morti’, lo spettacolo teatrale scritto da Renato Sarti.


Con il contributo di
Angelo Miotto, documentarista radiofonico

Ettore Muti e la banda: una storia di violenze

La crudeltà della legione Ettore Muti stava di casa in Via Rovello 2, a Milano, dove oggi c’è il Piccolo Teatro. Qui, con feroci torture, venivano seviziati e uccisi i resistenti. Ripercorriamo quei crimini attraverso la sentenza del 1947, a partire da un libro di Luigi Pestalozza con la prefazione di Ferruccio Parri. E grazie ad alcuni camei tratti da ‘Mai morti’, lo spettacolo teatrale scritto da Renato Sarti.

Partigiane in camice bianco: Leila Minghini e le altre

Lelia Minghini è un’infermiera giovane all’ospedale Niguarda di Milano quando è chiamata a fare una scelta: diventare il riferimento di una cellula partigiana nei sotterranei dell’ospedale, dove decine di resistenti feriti vennero curati e poi fatti scappare. Ripercorriamo quella quotidianità insieme alle sue parole, e attraverso i messaggi che, dopo la guerra, la ringraziarono per aver portato a termine tante azioni.

Resistere alla tortura: la Storia di Lisa Giua Foa 

Arrestata e detenuta a Villa Triste, Lisa Giua era incinta di sei mesi. E quella figlia, Anna Foa, ci racconta della madre, degli aneddoti legati alla Resistenza, per ragionare insieme sul contemporaneo e la necessità di schierarsi, di fare delle scelte. Entriamo a Villa Triste, oggi un convento e ripercorriamo la fuga rocambolesca di Lisa Giua e di una sua compagna, anch’essa incinta, fino a tornare libere.

Difendere la memoria: Onorina Brambilla Pesce

L’entrata nei Gap, la cattura e la tortura. È la stessa Onorina Brambilla che ci racconta, grazie all’archivio di Radio Popolare, come fu inviata nel lager di Bolzano e come ne tornò, per diventare poi la moglie del comandante dei Gap Giovanni Pesce, nome di battaglia Visone. Una testimonianza che si sofferma sulla condizione delle donne detenute e che fa memoria, la stessa che la partigiana con nome di battaglia Sandra ha poi portato in centinaia di aule scolastiche.

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