Cosa e perché
Cento anni fa, il 10 giugno 1924, il deputato socialista Giacomo Matteotti viene aggredito sul Lungotevere Arnaldo da Brescia a Roma mentre si dirige verso Montecitorio. Lo caricano su un’auto e gli tolgono la vita. I colpevoli dell’agguato sono cinque appartenenti alla Ceka, la polizia segreta fascista. Di lui non si sa nulla per mesi, finché, ad agosto, il suo corpo non viene ritrovato nel bosco della Quartarella, poco lontano da Roma. Il 3 gennaio 1925, alla Camera, Mussolini si intesta la responsabilità politica del delitto: «Se il fascismo non è stato che olio di ricino e manganello, e non invece una passione superba della migliore gioventù italiana, a me la colpa! Se il fascismo è stato un’associazione a delinquere, io sono il capo di questa associazione a delinquere!», dice.
A un secolo dall’omicidio, torniamo alla ferocia del fascismo non solo per raccontare uno dei primi oppositori al regime di Mussolini, disposto a perdere la vita pur di salvaguardare i propri ideali, ma soprattutto per riscoprire Matteotti come figura inquieta nella e della sinistra italiana. Recuperando – in un tempo che sente ispessirsi le ombre del passato – l’idea di società di un uomo che aveva fame di domani, e non ha rinunciato a immaginare un diverso sistema di relazioni, azioni, visioni, proposte. Dell’importanza di ricordare Matteotti oggi, ci parla la ricercatrice Alice Giglia in questo video.
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Raccontare l’attualità e la storia di Giacomo Matteotti
L’avversario
«Ci vuole un’intelligenza fredda e calcolatrice per scoprire l’avversario vero in Matteotti, l’oppositore più intelligente e più irriducibile tra i socialisti unitari, il più giovane d’anni e d’animo», scrive poco dopo il rapimento Piero Gobetti sulle colonne di Rivoluzione Liberale.
Il punto è che Matteotti è rimasto soprattutto questo: vittima, martire, avversario condannato dallo squadrismo fascista, spesso neanche così ricordato, mentre converrebbe tenere a mente cosa Matteotti è stato a prescindere dal delitto: brillante giurista; amministratore locale, più volte consigliere comunale e sindaco di diversi comuni del Polesine, dove era cresciuto; pacifista convinto; antifascista e militante. Soprattutto, socialista intransigente, convinto dell’importanza di educare le masse lavoratrici a prendere coscienza dei propri diritti e a partecipare.
Lottare con la parola e con la penna
Uomo di “numeri, fatti, documenti”, aveva l’abitudine di rifugiarsi tra i libri della biblioteca della Camera a raccogliere «i dati che gli occorrevano per lottare, con la parola e con la penna» (Oddino Morgari). Ecco il metodo Matteotti, così lontano dalla fumosa propaganda mussoliniana: criticare il potere documentando, smascherare menzogne grazie a un’analisi scrupolosa della realtà.
Lo vediamo nello scritto Un anno di dominazione fascista (pubblicato all’inizio del 1924), con cui addita la soppressione delle libertà sotto Mussolini e passa al setaccio la situazione finanziaria del paese, dimostrando che «il regime non ha portato alcun straordinario miglioramento nel complesso nazionale dell’economia». E poi ancora il 30 maggio 1924, quando prende parola in un ultimo, energico, intervento alla Camera, disapprovando i risultati delle elezioni politiche del 6 aprile, falsate dai brogli e dalle violenze fasciste contro i candidati socialisti, comunisti, repubblicani, liberali.
Oltre il delitto
Allontanare Matteotti dalla condizione di vittima, perciò, significa valorizzare la sua eredità politica, assecondando lo stesso Matteotti, che non ha mai trasformato la violenza più volte subìta in un nodo della propria lotta politica. Ancora, osserva David Bidussa nell’editoriale che apre questo nostro Speciale di Calendario civile, vuol dire «condividere e proporre alla riflessione le molte domande e le molte inquietudini che Matteotti poneva ai propri, alla propria parte, nel tentativo di trovare risposte o inaugurare percorsi che rispondessero alla propria crisi politica, che ponessero il problema non solo di protesta, ma soprattutto di proposta.»
Cento anni dopo, proviamo a farlo attraverso linguaggi diversi: con un un memo biografico curato dalla ricercatrice Alice Giglia, con un’intervista dell’attore Raffaele Esposito (che a teatro ha vestito i panni di Matteotti nello spettacolo M. Il figlio del secolo di Massimo Popolizio, tratto dal libro di Antonio Scurati), con le voci degli storici Nicola Del Corno e Jacopo Perazzoli e, infine, i nostri consigli di lettura con una selezione di fonti dall’archivio di Fondazione Feltrinelli.
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Sei date per ripercorrere la vita e la politica di Giacomo Matteotti
A cura della ricercatrice Alice Giglia
Matteotti a teatro
Fondazione Giangiacomo Feltrinelli intervista Raffaele Esposito. L’attore ha interpretato Giacomo Matteotti in occasione dello spettacolo teatrale M Il figlio del secolo, di Massimo Popolizio, tratto dal romanzo di Antonio Scurati.
Leggi gli approfondimenti
Testi, interviste e riflessioni cento anni dopo il rapimento e l’omicidio di Matteotti.
Perché Giacomo Matteotti
di David Bidussa, storico
Abbiamo deciso di cogliere l’occasione di ricordare Giacomo Matteotti non perché martire…
Un esempio di buona politica: Giacomo Matteotti e l’indagine sul campo
di Jacopo Perazzoli, storico
Dietro al profilo di Giacomo Matteotti, militante socialista a tutto tondo…
L’antiretorica di Matteotti. Un anno di dominazione fascista (1924)
di Nicola del Corno
Università degli Studi di Milano
L’antiretorica è ciò che caratterizzò sempre il “metodo Matteotti” nel suo fare
politica…
Le radici storiche
La gallery presenta alcuni documenti dal Patrimonio intorno alla figura di Giacomo Matteotti: dal suo articolo contro l’intervento dell’Italia nel Primo conflitto mondiale pubblicato sulla rivista «Critica sociale» alla bozza manoscritta della prefazione di Pietro Nenni al volume di Matteotti Contro il Fascismo (1954), dalle reazioni sui giornali italiani al suo barbaro omicidio agli appunti autografi di Gaetano Salvemini sul «caso Matteotti».
Critica Sociale
Due articoli su Giacomo Matteotti sui numeri di Critica Sociale del febbraio 1915 e luglio 1924
La Plebe
Filippo Turati su Giacomo Matteotti sul numero della Plebe del 15 settembre 1943
Gaetano Salvemini
Primi due fogli di 57 di appunti autografi di Salvemini sul “caso Matteotti”
Pietro Nenni
Bozza manoscritta della prefazione di Pietro Nenni al volume di Giacomo Matteotti “Contro il Fascismo”
Lettera autografa di Giacomo Matteotti a Rinaldo Rigola del 16 febbraio 1924
Per saperne di più
Una selezione di otto titoli per approfondire la figura di Giacomo Matteotti.
La scuola di Matteotti. Un’idea di libertà: istruzione, democrazia e riscatto sociale
Alberto Aghemo, Soveria Mannelli, Rubbettino, 2024.
Giacomo Matteotti. L’Italia migliore
Federico Fornaro, Torino, Bollati Boringhieri, 2023
Matteotti e Mussolini. Vite parallele. Dal socialismo al delitto politico
Mimmo Franzinelli, Milano, Mondadori, 2024
Manifesto socialista. Gli scritti e i discorsi di un socialista rivoluzionario
Giacomo Matteotti, a cura di Jacopo Perazzoli, Milano, Fuoriscena, 2024