La rete giornalistica Valigia Blu ha deciso di lasciare X e si appresta ad abbandonare anche Instagram entro dicembre, spiega la fondatrice Arianna Ciccone. Nato come spazio giornalistico collettivo, senza editori alle spalle e sostenuto soltanto da lettori e lettrici, il progetto si concentrerà sul proprio sito, dove sarà possibile partecipare alle discussioni online, e sugli eventi dal vivo, che raggiungeranno diverse città italiane.
Ci spiega la scelta di Valigia Blu di abbandonare tutti i social media?
Da X siamo già usciti e, al termine di un periodo di transizione digitale, abbandoneremo anche i social di Meta: Facebook e Instagram. Il cambiamento avverrà a dicembre, perché prima abbiamo una comunità di cui prenderci cura. È importante portarli dove saremo. Ovviamente sappiamo che rischiamo di perdere alcune persone per strada.
Quali sono le ragioni che vi hanno fatto propendere per questa scelta?
Da quando Musk lo usa come arma di propaganda, X è diventato il quartier generale di una campagna repellente, suprematista bianca, razzista e pericolosa per la democrazia. Ora anche Meta ha deciso di seguire questa strada, e questo per noi va respinto. È una scelta che costa in termini di vita digitale e di rete di persone che prima ti seguivano. È faticoso, però una scelta la devi fare. E quando capisci che si tratta di scegliere se farsi complice o meno di propagande contro i diritti delle persone, allora la decisione diventa semplice.
C’è vita oltre le piattaforme di Zuckerberg e Musk?
Certamente. Noi abbiamo assorbito l’idea che i social siano solo Instagram, Facebook e X, ma non è così. C’è un mondo di piattaforme decentralizzate, che sfuggono alla dittatura dell’algoritmo. L’idea che i social siano necessariamente Facebook, Instagram e X è così pervasiva che molte persone hanno paura di lasciare queste piattaforme. Capisco la paura di perdere la comunità che si è costruita su una piattaforma: perdere la propria vita digitale può sembrare pericoloso. A chi ha costruito solo su una di queste comunità non dico necessariamente di andarsene, ma consiglio: c’è anche altro. Mettete un piede fuori da questi spazi in cui pensiamo di essere liberi, ma in realtà non lo siamo. Occorre rendere più biodiversa la propria vita digitale.
I social media hanno perso il loro potenziale di moltiplicatori delle voci nel dibattito pubblico?
Io sono stata fin dall’inizio un’attivista dei social network perché davano voce a più soggetti, spezzando l’oligopolio dei media mainstream sul discorso pubblico. E dove ci sono più voci c’è democrazia. Oggi la penso diversamente, perché è cambiato qualcosa, ma i social non vanno abbandonati: sono assolutamente favorevole ai social diversi da X e Meta, come Mastodon o Bluesky, perché noi dobbiamo continuare a stare dove sono le persone. Bisogna tornare ad avere una casa con le proprie regole e sganciarsi dall’idea che il valore sia il volume, la quantità. Bisogna ridare alle comunità una dimensione umana. Noi abbiamo deciso che solo sul sito sarà possibile prendere parte alle conversazioni, con delle regole. Il volume della conversazione sarà ridotto? Meglio.
Abbandonare i social network non significa però consegnarli alla sola disinformazione?
Il fatto è che è già così. Siamo ormai algoritmicamente e culturalmente irrilevanti. La mia, la nostra missione non è più contrastare l’odio e la disinformazione sui social media, ma costruire qualcosa che abbia senso. Le discussioni su Facebook sono sempre contrassegnate da odio, volontà di prevalere, schiacciare e imporre il proprio punto di vista. Vorrei si diffondesse un senso di comunità e che diventasse qualcosa di positivo, un luogo in cui condividere ansie, angosce, opinioni, anche dal vivo. Sosteniamoci a vicenda, facciamo rete.
Avete pensato a eventi offline?
Non ci abbiamo solo pensato, ci abbiamo già lavorato. Il Festival di giornalismo di Perugia diventerà ancora di più il luogo di riferimento per parlare di giornalismo in Italia. Ma faremo sentire la nostra presenza anche dal vivo oltre a Perugia: stiamo pensando di organizzare incontri con la nostra community a Roma, Milano, Torino, potenziando sempre di più gli incontri fuori la Rete.
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