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Il sangue di Kronstadt: il racconto della repressione del 1921 che ha cambiato il corso della storia


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#7marzo 1921

«Siete circondati da ogni parte. Passeranno ancora poche ore e sarete obbligati ad arrendervi. Kronstadt non ha pane né combustibile. Se vi ostinate, vi uccideremo come pernici».

Con queste parole, il governo bolscevico informava i disobbedienti di Kronstadt che la loro rivolta sarebbe stata sedata con ogni mezzo necessario.

il sangue di Kronstadt
fare i conti con la propria storia

Nel marzo 1921 la fortezza militare di Kronstadt, di fronte a San Pietroburgo, fu teatro di una sollevazione di marinai e operai che chiedevano libertà e pluralismo. Una sollevazione interna contro il potere centrale del governo bolscevico che esprimeva il malcontento dei marinai e delle campagne russe ridotte alla fame.
L’Armata rossa impiegò dieci giorni per reprimere nel sangue l’insurrezione.
La rivolta di Kronstadt del 1921 è un evento anticipatore e simbolico della deriva autoritaria che avrebbe caratterizzato l’esperienza del “socialismo reale”. Kronstadt, tuttavia, non fu il primo episodio dello stalinismo, ma uno degli episodi di consolidamento del processo rivoluzionario che tutte le componenti politiche – che di fronte all’ascesa di Stalin furono perseguitate, espulse, uccise (Trockij per primo) – difesero come atto necessario. Rimetterlo in discussione, come per esempio farà Victor Serge negli anni Trenta, voleva dire rompere con i propri amici. Voleva dire affrontare da soli un percorso di messa in discussione delle proprie pratiche e di rifondazione della politica.

Rapporto tra dirigenti e diretti

il sangue di Kronstadt
l’ostinazione del soviet disobbediente

Tornare a quella scena significa anche indagare il rapporto tra dirigenti e diretti, tra partito politico che governa e militanti politici, tra avanguardie e potere. Un rapporto problematico e mutevole, che dice come un percorso fatto in nome dell’emancipazione e del riscatto possa diventare nel tempo un dispositivo di esclusione, marginalizzazione e messa a tacere delle voci dissidenti fino a trasformare un partito in una macchina politica “senza porte né finestre” sorda a quel proliferare di voci che, esprimendo bisogni vivi e in trasformazione, finiscono per divergere e dissentire.
A cent’anni da quelle vicende, uno speciale dedicato alla memoria rimossa di quell’atto violento e alla tentazione autoritaria della politica.

Leggi l’editoriale
e consulta le fonti


Il partito che si fa fortezza
di David Bidussa

 


Ripercorri le tappe della rivolta di Kronstadt


l'ostinazione del soviet disobbediente
L’ostinazione del Soviet disobbediente di Chiara Paris
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