Con queste esclamazioni termina una lettera dattiloscritta inviata il 19 ottobre 1969 alla direzione della casa editrice Feltrinelli. La lettera, umilmente firmata “milioni di italiani”, è stata spedita da Cagliari ed è una vivace critica, ai limiti dell’ingiuria, a tutti coloro “che parlano o scrivono contro la Grecia di oggi” perché “non conoscono la storia in generale né la Grecia in particolare, prima dell’avvento dei colonnelli che l’anno (sic) redenta e dopo”. La Grecia di “oggi”, ovvero la Grecia di 55 anni fa, si trovava ormai da due anni sotto il regime autoritario dei colonnelli, installatosi dopo il colpo di Stato del 21 aprile 1967.
La causa che scatena l’indignazione della lettera è la recensione, pubblicata su «L’Unione sarda» dell’11 ottobre 1969, di Cesare Giardini al libro Z. Romanzo dello scrittore greco Vassilis Vassilikos, pubblicato da Feltrinelli nel giugno dello stesso anno. Il libro ricostruisce e racconta l’assassinio di Grigoris Lambrakis, deputato della Sinistra Democratica Unita (Ενιαία Δημοκρατική Αριστερά – Eniea Dimokratiki Aristera) e protagonista del movimento pacifista greco. Lambrakis fu vittima di un’aggressione ad opera di membri dell’estrema destra greca il 22 maggio 1962, morì qualche giorno dopo, il 27 maggio, per le conseguenze dell’agguato. I fatti raccontati nel romanzo precedono il colpo di stato dei colonnelli di qualche anno, ma ricostruiscono il contesto politico di crescente tensione e violenza che porterà alla presa di potere da parte della giunta militare e l’assassinio di Lambrakis venne letto, fin da subito, come uno dei sintomi prodromici. Tant’è che il libro, pubblicato in Grecia nel novembre 1966, venne subito proibito dalla giunta militare appena insediatasi nel 1967 e l’autore, Vassilis Vassilikos, si trovò costretto ad espatriare in Francia.
Lambrakis corre da solo alla prima marcia per la pace greca da Maratona ad Atene vietata dal governo, 21 aprile 1963, Archivio Pietro Secchia, Serie Fotografie
Lambrakis assalito dalla polizia durante la prima marcia per la pace greca, Archivio Pietro Secchia, Serie Fotografie
Nel giro di qualche anno, però, il libro venne tradotto e iniziò a circolare fuori dalla Grecia, a partire dalla Francia dove fu pubblicato da Gallimard nel 1967 e dove, come scrive Ugnė Karvelis, editor di Gallimard, a Cin Calabi, editor di Feltrinelli, il 9 aprile 1968: “Trovate allegate le recensioni più importanti concernenti Z di Vassilikos. Come potete vedere testimoniano un entusiasmo raro da parte della critica francese verso un giovane scrittore fino a ieri sconosciuto”. Successivamente, nel 1969, il libro venne trasposto cinematograficamente nel film “Z. L’orgia del potere” dal regista greco-francese Konstantínos Gavrás vincendo diversi premi, tra cui un Oscar come miglior film straniero. Ed è proprio in concomitanza con l’uscita del film nei cinema italiani, nel maggio 1969, che il libro viene pubblicato anche in Italia da Feltrinelli, con traduzione dall’edizione francese di Elena Baruchello nella collana “I Narratori di Feltrinelli”. Il libro riscosse molto successo anche nel pubblico e nella critica italiana che non tardò a leggervi richiami alla situazione italiana e a definire Z, il protagonista del romanzo, cioè Lambrakis, il “Matteotti ellenico”.
Folla nelle strade di Atene durante il funerale di Lambrakis, 28 maggio 1964, Archivio Pietro Secchia, Serie Fotografie
Prima edizione italiana del romanzo di Vassilikos, collana I Narratori di Feltrinelli, giugno 1969
Il romanzo Z, però, non è l’unica pubblicazione di Vassilikos che appare in Italia nell’estate 1969: infatti, un mese più tardi, a luglio, lo scrittore firma un’appendice all’opuscolo: Estate 1969. La minaccia incombente di una svolta radicale e autoritaria a destra, di un colpo di Stato all’italiana. Le ragioni e i modi con cui si tenterà di imporre un regime autoritario in Italia, scritto dal suo editore italiano Giangiacomo Feltrinelli. L’appendice, con l’eloquente titolo “anche noi non credevamo che in Grecia fosse possibile”, supporta il testo di Feltrinelli con la forza di chi può parlare per esperienza e ha già avuto modo di riflettere sugli eventi. A metà giugno 1969, lo scrittore greco si trovava ospite presso i Feltrinelli stessi, nella “foresteria” di via Andegari, per promuovere l’uscita in Italia del suo libro, può essere che l’idea dell’appendice sia nata in questa occasione di incontro con Inge e lo stesso Giangiacomo.
Giangiacomo Feltrinelli, Estate 1969. La minaccia incombente di una svolta radicale e autoritaria a destra, di un colpo di Stato all’italiana, Libreria Feltrinelli, luglio 1969
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L’opuscolo di Feltrinelli, efficacemente descritto e contestualizzato nel libro Senior Service del figlio Carlo, viene pubblicato nelle edizioni della Libreria Feltrinelli: una linea che dal 1967 pubblica testi e opuscoli che, come egli stesso spiegava ai suoi librai, dovevano fornire “(…) una necessaria integrazione della pubblicistica di partito su alcuni temi particolarmente urgenti. Si tratta di documenti e testi necessari per la formazione politica dei militanti”.
Il testo, che inaugura la collana dal titolo significativo “La politica al primo posto”, mette in guardia sul pericolo di un’imminente svolta autoritaria a destra o di un possibile colpo di Stato anche in Italia, presumibilmente durante i mesi estivi, quando la maggior parte delle persone, uomini politici e giornalisti compresi, sono in vacanza o distratti dal disinteresse generale. Questa ipotesi è desunta, come Feltrinelli stesso scrive, “da un’attenta lettura, interpretazione e collegamento di notizie di pubblico dominio, mentre le considerazioni sulle tecniche e modalità di esecuzione sono ricavate dall’esame di avvenimenti analoghi, occorsi in altri paesi – e in particolare in Grecia – nonché da alcune specifiche considerazioni sulla realtà italiana”.
Feltrinelli, come Vassilikos nell’appendice, riconosce le diversità tra la situazione greca e quella italiana e non scade in sovrapposizioni generiche e sommarie. In particolare, mette in guardia i lettori sul fatto che, probabilmente, il regime autoritario non si installerà, in Italia, tramite un colpo di Stato militare “alla greca”, ma piuttosto tramite una “operazione politica” che porterà allo scioglimento del parlamento e all’installazione di “un governo di ‘tecnici’ appoggiato sulla destra e sui militari”. Entrambi gli autori però denunciano alcuni caratteri sintomatici comuni: l’incapacità delle forze democratiche della sinistra di valutare concretamente il pericolo di una svolta autoritaria in nome di una “certezza democratica” data per inscalfibile; le repressioni violente delle proteste e delle manifestazioni di lavoratori e studenti; le campagne politiche allarmistiche e martellanti sull’instabilità sociale e sui cittadini in balia delle forze anarchiche ed estremiste; e, non da ultimo, l’ingerenza degli Stati Uniti e della Nato nell’impedire la creazione di governi di sinistra, o con componenti comuniste, nel blocco occidentale dell’area mediterranea.
Prima edizione del romanzo di Vassilikos nella collana Universale Economica Feltrinelli, aprile 1970
Informare, però, sembra non bastare più e Giangiacomo Feltrinelli abbozza un progetto di risposta alla possibile deriva autoritaria: “Ma l’ipotesi [della svolta autoritaria o del colpo di Stato] non ci sembra affatto arbitraria: le probabilità che essa si avveri sono tali da giustificare l’esame di una controstrategia e l’appello perché si attuino alcune misure preventive di sicurezza che garantiscano il sorgere di una resistenza organizzata, e la continuazione della lotta con tutte le sue necessarie future articolazioni. Ma soprattutto crediamo che basti questa ipotesi per spingerci a dare una più decisa e generale risposta (scioperi, manifestazioni) a tutta la serie di intimidazioni in atto”…Una proposta che sembra rispondere direttamente all’avvertimento con cui Vassilikos chiude l’opuscolo: “Lo ripeto, le condizioni sono diverse in Italia. Ma gli uomini si somigliano, non quando sono svegli, ma quando dormono”.