Giovani europei e spostamento a destra
Il voto delle giovani generazioni in Europa si sta spostando a destra.
Non che la sinistra (radicale) non continui a essere una valida opzione per chi si trova ad andare alle urne per la prima o la seconda volta, ma aumenta l’attrazione per i partiti dell’estrema destra.
Questo è il risultato di una dinamica generale, ma anche di condizioni peculiari rispetto alle aspettative generazionali e la polarizzazione politica sempre più marcata che attraversa le nostre società.
Prendiamo le elezioni federali in Germania del 2025. Nella fascia di età tra i 18 e i 24 anni la Die Linke ha ottenuto il 25% dei consensi (il 9% a livello generale), affermandosi come primo partito. Poco più dietro Alternative für Deutschland con il 21% dei voti in linea però con il 20,56% ottenuto a livello generale.
I due partiti in questione hanno aumentato i loro consensi tra i giovani, la sinistra a discapito dei Verdi, l’estrema destra a discapito soprattutto dei liberali.
Quindi è vero che il voto giovanile in Germania si è polarizzato a favore di proposte più radicali a sinistra come a destra, ma per quanto riguardo l’estrema destra è avvenuto con un risultato tutto sommato in linea con il risultato complessivo, al contrario il successo della Linke tra i giovani è molto marcato.
Giovani uomini a destra, giovani donne a sinistra
Ma come spiegare questa differenza? La risposta arriva se scorporiamo il voto per genere. Se un terzo delle giovani donne tedesche ha votato a sinistra (ben il 34% ha espresso preferenza per la Linke contro il 15% dei maschi), un quarto dei giovani uomini ha votato a destra (il 25%).
È dunque soprattutto il voto dei maschi a spingere il successo dell’estrema destra tra le giovani generazioni. E non è un caso solo tedesco, e non coinvolge solo i giovani, anche se per altre coorti di età la tendenza è meno evidente. L’Economist ha dedicato al fenomeno un lungo reportage prendendo in esame i risultati elettorali in venti differenti paesi: rispetto a venti anni il peso elettorale per i partiti progressisti del voto femminile è aumentato del 20%, negli anni Novanta invece la differenza nello spettro politico tra uomini e donne era più o meno sovrapponibile.
Sempre quest’anno si sono tenute le elezioni legislative in Portogallo. Qui a ogni voto di una giovane donna per l’estrema destra corrispondono ben 4,9 voti maschili, uno dei dati più significativi dell’Unione Europea, ancora più importante visto l’exploit di consensi per Chega (23,73%), il partito di estrema destra che è la vera novità del panorama politico lusitano, un partito “ombrello” dove hanno trovato una casa razzisti, neofascisti, nostalgici del regime di Salazar. Anche questa volta il successo dell’estrema destra è trainato dal voto giovanile, in particolare dei giovani uomini.
Crisi economica, guerre culturali
L’European Policy Centre ha dedicato un paper al nuovo gap di genere, quello elettorale. Vi si sottolinea che questi dati vanno letti non solo come una reazione all’emergere dei nuovi femminismi e delle guerre culturali, ma anche in rapporto alla questione sociale.
Leggiamo nella premessa:
“Sebbene parte di questa radicalizzazione derivi da una reazione contro il progresso
del femminismo e dalla perdita di privilegi maschili, questo articolo sostiene che la tendenza è anche alimentata da una situazione economica sempre più difficile per i giovani uomini, in particolare quelli provenienti dalla classe operaia. Negli ultimi
decenni, i giovani uomini hanno assistito a un reale declino in termini di
reddito, ricchezza, tassi di occupazione, potere d’acquisto, tassi di istruzione universitaria e salute mentale. In diversi paesi europei, il divario di genere si è ora invertito e le donne sotto i 25 anni guadagnano ora più dei giovani uomini”.
Tutto vero, ma quello che in questo breve intervento mi preme sottolineare è come proprio per questo, e non in alternativa a una lettura socioeconomica del voto a destra dei giovani uomini europei, che dovremmo prendere in considerazioni gli effetti delle guerre culturali non solo come un elemento sovrastrutturale.
In un contesto di prolungata crisi economica e di scarsa o nulla mobilità sociale, le destre stanno costruendo un proprio blocco sociale ed elettorale di riferimento garantendo un dividendo non in termini di benessere materiale e di welfare, ma garantendo ad alcuni segmenti della società un dividendo simbolico nel promettere che non saranno scalzati dalla posizione sociale che detengono, ma anche materiale garantendo la possibilità di esercitare in proprio piccole quote di esercizio della violenza e della forza.
Il voto dei giovani maschi a destra è un voto a tutti gli effetti per difendere il patriarcato, per garantirsi un futuro in cui almeno potranno opprimere mogli, compagne, fidanzate.
