Di cosa parliamo?
Specchi è un dialogo teatrale tra due persone. Una, Paola Caridi, che conosce dall’interno e per una lunga esperienza la vicenda dell’oppressione del popolo palestinese. E un’altra, Tomaso Montanari, che invece non se ne è mai occupata specificamente.
Le loro voci si intrecciano formando un filo che aiuti a non smarrirci, in questo buio. A farli incontrare è stata l’enormità di un evento spartiacque: un genocidio pianificato, compiuto e ancora in corso sulle sponde del Mediterraneo. Il mare ‘nostro’, e mare ‘loro’. Alla retorica coloniale e razzista del ‘noi’ e ‘loro’ si oppone il sentimento dello specchio: le loro vite valgono quanto le nostre, la loro storia è la nostra storia, il loro dolore ci riguarda. Gaza è il nostro specchio: uno specchio che incute paura e che ci incolpa: ma anche uno specchio che può liberarci.
La musica e la voce di Nabil Bey Salameh legano al discorso italiano i suoni e lo spirito della Palestina. Le immagini di Marco Sauro, ne costruiscono l’essenzialissima scena. Gaza è, per questo, la pietra di scarto su cui si costruiscono incontri e riconoscimenti, fili necessari per costruire una umanità e una politica rinnovate.

Il programma
Ore 20.30
Sala Polifunzionale
Dialogo teatrale
SPECCHI. Gaza e noi
Un dialogo sul male, sulla cura, sul senso profondo di ciò che abbiamo vissuto e stiamo vivendo. Perché Gaza è il luogo del male senza limite, della dissoluzione dell’Europa, della bancarotta morale occidentale: ma è anche il luogo in cui è possibile ritrovare la nostra umanità, la nostra responsabilità politica, e forse perfino le tracce di Dio.
Gaza è il nostro specchio: uno specchio che incute paura e che ci incolpa: ma anche uno specchio che può liberarci.
Con
Paola Caridi, giornalista e saggista, si occupa di storia politica contemporanea del mondo arabo. È stata corrispondente dal Cairo e poi da Gerusalemme per Lettera22, associazione di cui è fondatrice e presidente. Con Claudia Durastanti, Micaela Frulli, Tomaso Montanari, Francesco Pallante, Evelina Santangelo e Giuseppe Mazza, ha inventato e promosso “Ultimo giorno di Gaza”.
Tomaso Montanari, storico dell’arte, saggista e intellettuale pubblico. Professore ordinario di Storia dell’arte moderna, è rettore dell’Università per Stranieri di Siena. I suoi studi si concentrano in particolare sull’arte del Seicento e sul patrimonio culturale, temi che ha sempre intrecciato con l’impegno civile e politico.
Nabil Bey Salameh, un cantautore, etnomusicologo, giornalista e scrittore. Nasce a Tripoli, in Libano, da genitori palestinesi originari di Jaffa, costretti all’esilio durante la Nakba del 1948. Negli anni Ottanta fonda il gruppo Al Darawish e nel 1997 i Radiodervish. Dal 1998 al 2007 è corrispondente in Italia per l’emittente televisiva Al Jazeera Arabic. Oggi insegna Etnomusicologia presso il Conservatorio di Lecce.
Scritto e interpretato da
Paola Caridi e Tomaso Montanari
Prima messa in scena in forma di studio prodotta
da Fondazione Giangiacomo Feltrinelli
Musiche di Nabil Bey Salameh
Scenografie da immagini di Marco Sauro
Biglietti in vendita su Ticket.it
Intero 12€
Ridotto 8€ (under 25, over 65, possessori Carta Effe)
