Di cosa parliamo?
Le Rivoluzioni sono “il respiro della storia” , hanno modellato il corso dell’umanità e ispirato l’immaginazione di generazioni. Non sono solo una serie di eventi che hanno unito le persone per sfidare il vecchio ordine e cercare nuove forme di giustizia e libertà, sono un’idea che continua a esercitare un’influenza profonda sul nostro pensiero e sulla nostra percezione del mondo.
Ma cosa rende la rivoluzione così attraente? Il desiderio di un mondo migliore, di una società più giusta, di una vita più dignitosa per tutte e tutti.
SI.AMO RIVOLUZIONE è un viaggio attraverso i respiri della storia e gli immaginari della rivoluzione: tra musica, parole e visioni, un percorso alla ricerca di un’idea condivisa di un mondo più equo per tutte e tutti.
SI.AMO RIVOLUZIONE:
La mostra
Un percorso espositivo in 4 tappe +1
Sabato e Domenica – Agorà / Sala Bamboo
Ingresso libero
Visite guidate Sabato 23 in occasione dell’opening e 15.00-15.45
Domenica 24 11.30-12.15 / 15.00-15.45
Storie e protagonisti delle grandi svolte della storia, dal 1848 a oggi. Documenti, lettere, manifesti dagli Archivi di Fondazione Feltrinelli.
In mostra per la prima volta le lettere manoscritte di Lenin (1909-1910) e la prima edizione del Diario in Bolivia di Ernesto Che Guevara (1968).
1. L’assalto al cielo
Le Primavere dei popoli tra Otto e Novecento in Francia, Italia e Germania. L’evento archetipico di rivoluzione dal basso definito da Marx assalto al cielo.
2. “La rivoluzione non è un pranzo di gala”
Un percorso per immagini arricchito dai manifesti originali di propaganda sovietici e cinesi.
3. Vogliamo tutto!
Le lotte per i diritti civili tra Europa e Stati Uniti: giornali, volantini, monografie e manifesti della controcultura. Dal fondo Underground Press la testimonianza delle più accese battaglie femministe, le istanze degli afroamericani rappresentate dai Black Panthers insieme alle prime rivendicazioni della comunità LGBTQ+.
4. Verdi di rabbia
Fonti e documenti dei gruppi protagonisti dell’ecoattivismo a difesa dell’ambiente.
+1. Dal sogno all’azione. Le lettere di Lenin
Per la prima volta in mostra le lettere che Lenin invia a Camille Huysmans, responsabile dell’Ufficio di coordinamento della Seconda Internazionale.
SABATO 23 MARZO
11.30 – OPENING – Auditorium e a seguire negli altri spazi di Fabrica
Ingresso libero
SI.AMO RIVOLUZIONE. L’inaugurazione.
La mostra
Storie e protagonisti delle grandi svolte della storia, dal 1848 a oggi. Documenti,
lettere, manifesti dagli Archivi di Fondazione Feltrinelli.
Musica Dissidente
Incursioni sonore con musiche in difesa dei diritti e della libertà.
Pagine dalla Rivoluzione
Letture di pagine iconiche della storia con gli attori del Piccolo Teatro di Milano.
Visioni Rivoluzionarie
Selezione di film e documentari sull’idea di rivoluzione negli ultimi 70 anni, a cura di Federico Rossin, critico e curatore indipendente di cinema documentario e sperimentale.
Temporary Bookshop Feltrinelli
Proposte di lettura a cura della libreria Feltrinelli di Treviso.
Food
Spazi esterni
15.00-17.00 – WORKSHOP – Sala Whiteboard
Ingresso su prenotazione
La Grammatica delle Rivoluzioni #ideali – La Rivoluzione è pensare prima di fare
con David Bidussa – storico sociale delle idee
Elena Cadamuro – ricercatrice Osservatorio Storia e Memoria, Fondazione Feltrinelli.
Un workshop per riscoprire i linguaggi del cambiamento. Se “rivoluzione” significa prima di tutto farsi delle domande, quali sono le domande che ci siamo posti nel passato e quali quelle che ci poniamo oggi?
Workshop su prenotazione
17.30-18.30 – LECTURE – Auditorium
Ingresso libero
Le Rivoluzioni. Un’altra storia
con Enzo Traverso – storico dell’Europa moderna e contemporanea (in collegamento)
in dialogo con David Bidussa – storico sociale delle idee
Riabilitare le rivoluzioni come momenti cruciali della storia moderna non significa idealizzarle ma non rinunciare a comprenderle come momenti drammatici, vissuti intensamente dai loro protagonisti, e perciò capaci di accendere energie, passioni e sentimenti, fino a provocare trasformazioni non solo nella politica ma anche nella nostra idea di modernità.
15.00-17.00 – WORKSHOP – Sala Imago Mundi
Ingresso su prenotazione
La Grammatica delle Rivoluzioni #ambiente – Workshop per progettare la rigenerazione del territorio
con Alessandro Balducci – professore di Pianificazione e Politiche urbane, Politecnico di Milano
Paola Piscitelli – ricercatrice e documentarista urbana
La tua voce conta e il tuo contributo può fare la differenza. Pensato per studenti, operatori pubblici, cittadine e cittadini, per chi si occupa di innovazione sociale,
di trasformazione e rigenerazione urbana, il workshop è uno spazio di interazione per dare forma alle idee.
Workshop su prenotazione
18.30-19.30 – LECTURE – Auditorium
Ingresso libero
La Rivoluzione delle Piante
con Stefano Mancuso – botanico e saggista
“Credevate che le superpotenze fossero le vere padrone della Terra o pensavate di dipendere dai mercati di Stati Uniti, Cina e Unione Europea? Be’, vi sbagliavate. La Nazione delle Piante è l’unica, vera, eterna e rivoluzionaria potenza planetaria“.
20.00-21.00 – DJ SET – Agorà
Ingresso libero
Variations on Revolution
con Klaus – produttore musicale e content creator
Qual è la strada che porta al compimento della rivoluzione? Klaus prova a percorrerla attraverso una moltitudine di suoni e linguaggi che immergono il pubblico in una performance live accompagnata dal pianista Michele Donadoni e anticipata da un intervento sul tema della Rivoluzione.
La Quiete prima della tempesta, la Rivoluzione e l’Alba di una nuova vita, i tre capitoli del djset, confluiscono in un unico flusso emotivo e musicale.
21.30 – CONCERT – Agorà
Ingresso libero
Into the future
con BEA1991 – musicista e visual artist
Un’artista che viene dal futuro, dal mondo delle utopie possibili. BEA1991 è una musicista panteista connessa alla natura, all’universo e a tutto ciò che esiste.
Oltre a produrre musica da autodidatta da più di dieci anni, intraprende continuamente progetti che esplorano moda e design, fotografia, recitazione e direzione artistica: per andare oltre i confini predefiniti.
Un concerto immersivo di musica pop sperimentale e di energia rivoluzionaria.
DOMENICA 24 MARZO
Visite guidate 11.30-12.15 / 15.00-15.45 – LA MOSTRA – Agorà / Sala Bamboo
Ingresso libero
SI.AMO RIVOLUZIONE: La mostra
Un percorso espositivo in 4 tappe +1
Storie e protagonisti delle grandi svolte della storia, dal 1848 a oggi. Documenti, lettere, manifesti dagli Archivi di Fondazione Feltrinelli.
In mostra per la prima volta le lettere manoscritte di Lenin (1909-1910) e la prima edizione del Diario in Bolivia di Ernesto Che Guevara (1968).
11.00-13.00 – WORKSHOP PER BAMBINI 7-11 ANNI – Lounge
Ingresso su prenotazione
Ascoltare. Un atto rivoluzionario
Workshop per esplorare mondi sonori (7-11 anni) con Klaus – produttore musicale e content creator
Klaus è un artista contemporaneo capace di ascoltare e trasmettere al pubblico le emozioni attraverso i suoni naturali e digitali e la musica. In questo workshop guiderà i più piccoli in registrazioni live di percussioni e strumenti ad arco. Per dare nuova vita al brano “Ventotene”.
Workshop su prenotazione
l’isolachenonc’è – il programma di Fondazione Feltrinelli pensato per stimolare l’immaginazione e la consapevolezza di bambine e bambini a partire dalle storie, dai libri, dalla creatività.
15.30-16.30 – LABORATORI KIDS & FAMILY – Lounge
Ingresso su prenotazione
Il re è nudo?
Lettura con laboratorio creativo insieme a Barbara Archetti a partire dal libro I vestiti nuovi dell’imperatore, Lapis. (età consigliata 4-7 anni)
Una storia che parla di vanità, viltà, furbizia e avidità dove lo sguardo di un bambino, senza filtri e censure, aiuta gli adulti a liberarsi dalle proprie gabbie e a conservare uno spazio di libertà che permette di dubitare.
Ingresso gratuito su prenotazione
16.30-17.30 – LABORATORI KIDS & FAMILY – Lounge
Ingresso su prenotazione
Quando le piante si inalberano
Lettura con laboratorio creativo insieme a Cecilia Campani a partire dal libro La città che diventò foresta, Giunti. (età consigliata 4-7 anni)
Cosa sta succedendo in città? Le piante e gli alberi crescono a dismisura e le strade si trasformano in un’intricata foresta. Una storia per scoprire con occhi nuovi gli spazi di una città più verde, accogliente e gentile, con parchi, alberi e spazi verdi da difendere a partire dalle idee e dalle esigenze dei più piccoli.
Ingresso gratuito su prenotazione
SABATO E DOMENICA
MUSIC – Ingresso / Sala Bamboo
Sabato 23 in occasione dell’opening e il pomeriggio una volta all’ora
Domenica 24 dalle 11.30 una volta all’ora
Ingresso libero
Musica Dissidente
a cura di e con Gabriele Tai, Sara Mazzarotto
Incursioni sonore che celebrano compositori censurati o perseguitati per colpa delle loro idee politiche e religiose, o che sono stati in grado di cambiare per sempre la storia della musica.
Due programmi: uno per ripercorrere le tappe fondamentali della musica
barocca e dei tre brani innovativi; l’altro, contemporaneo, che rappresenta la completa rottura con la tradizione formale, proponendo brani con tecnica aleatoria, un tipo di musica in cui alcuni elementi della composizione sono lasciati al caso e la libertà di improvvisare diventa metafora della libertà di pensiero.
Ingresso
Programma barocco – Al violocello, Gabriele Tai
Giuseppe Colombi (1635-1694) – Ciaccona
Domenico Gabrielli – movimenti dai sette Ricercari (1689)
Johann Sebastian Bach – movimenti dalle sei suite per violoncello solo (1717-1723)
Sala Bamboo
Programma contemporaneo – Al violino, Sara Mazzarotto
Bruno Maderna – Piece Pour Ivry (1971)
Ivan Fedele – Thrilling Wings (2014)
Chen Yi – Memory (2010)
LETTURE – Biblioteca / Agorà
Sabato 23 in occasione dell’opening e il pomeriggio una volta all’ora
Domenica 24 dalle 11.30 una volta all’ora
Ingresso libero
Pagine della Rivoluzione
Lette da Leonardo De Colle e Stella Piccioni, attori del Piccolo Teatro di Milano
Una selezione di testi per indagare l’intimo nesso fra presa di coscienza, attivazione individuale e progetto di futuro. Brani da cui emerge l’eco di un’emozione, il motivo profondo di una insoddisfazione rispetto al presente
e dunque la molla per un’attivazione politica di tipo trasformativo.
Antonio Gramsci – Odio gli indifferenti, 1917
Angelica Balabanoff – La mia vita di rivoluzionaria, 1927
Carlo Pisacane – Saggio sulla rivoluzione. Il decalogo, 1860
Elsa Morante – Piccolo manifesto dei comunisti (senza classe e senza partito), 1988
Rosa Luxemburg – Discorso sul programma pronunciato in occasione del congresso di fondazione del Partito Comunista tedesco, 31 dicembre 1918
Vladimir Majakovskij – Ode alla rivoluzione, 1918
Bertolt Brecht – Elogio del rivoluzionario, 1930
FILM – Sala Cinema
Sabato 11.00-23.00
Domenica 10.00-18.00
Ingresso libero
Visioni rivoluzionarie
Un viaggio per immagini tra film e documentari sull’idea di rivoluzione negli ultimi 70 anni
A cura di Federico Rossin
Il coraggio e la determinazione che hanno segnato epoche rivoluzionarie in tutto il mondo in forma di immagini, film e documentari.
- Per esporsi senza filtri alla violenza e alla gioia rivoluzionarie, al pensiero e all’immaginario della rivolta;
- riscoprire l’immaginario sovietico attraverso l’arte d’avanguardia, sentire nel corpo come il femminismo ha sconvolto la soggettività della donna;
- capire come per gli afroamericani è stato centrale impossessarsi dell’archivio per poterlo decostruire;
- smontare il genere e la morale grazie alle rivendicazioni e alle azioni del movimento LGBTQ+; vedere Cuba esplodere e scalciare via il castrismo;
- vedere Taiwan riappropriarsi della libera informazione; commuoversi per come i bambini algerini abbiano lottato per decolonizzare corpo e spirito;
- sorprendere i Palestinesi ribaltare il loro immaginario vittimistico con un gesto di suprema sovversione senza armi;
- trasformare la scuola in un laboratorio di vera emancipazione.
La matrice sovietica
25-е – первый день [25 Ottobre, il primo giorno] di Jurij Norštejn e Arkadij Tjurin | (1968) 9’
Film d’animazione realizzato per commemorare il cinquantesimo anniversario della Rivoluzione d’ottobre. Su musica di Šostakovič, i due giovani registi omaggiano la Rivoluzione attraverso le opere dei coevi pittori d’avanguardia – da Malevič a Rodčenko, da Chagall al cubismo di Braque e al cubofuturismo russo.
Il ‘68 nel mondo intero
Contestação di João Silvério Trevisan | (1969) 15’
Prodotto tra il settembre e l’ottobre 1969, durante la dittatura militare in Brasile, e rimasto a lungo anonimo, la fragilità della sua produzione è dovuta alla sua natura clandestina. È un film di contestazione e resistenza contro tutti i poteri egemonici.
La lotta degli afroamericani
Integration Report 1 di Madeline Anderson | (1960) 21’
Madeline Anderson, la prima regista afroamericana in assoluto, ha assemblato filmati girati da altri filmmakers, tra cui i leggendari maestri del cinéma-vérité Richard Leacock e Albert Maysles e il primo cameraman nero Robert Puello. Anderson realizza un’istantanea cinematografica del movimento per i diritti civili negli Stati Uniti fra il 1959 e il 1960, da Montgomery, Alabama, a Brooklyn e Washington, DC.
Rivoluzione LGBTQ+
I Don’t Know di Penelope Spheeris | (1971) 20’
I Don’t Know è un documentario sperimentale (in parte messo in scena) che sconvolge le convenzioni di genere. Ci racconta con franchezza la relazione tra una lesbica e Jimmie, il suo compagno transgender che preferisce essere identificato a metà tra il maschile e il femminile. È un film che colpisce ancora oggi: nel 1971 doveva sembrare quasi rivoluzionario, con la sua curiosità senza moralismi e la condivisione libertaria di una relazione non convenzionale.
Il movimento femminista
Réponse de femmes (Notre corps, notre sexe) di Agnès Varda | (1975) 8’
Alla domanda “Che cos’è una donna?” Agnès Varda rispose con questo film. Donne parlano di sesso, desiderio, pubblicità e figli (da avere o da non avere). «Non si tratta di parlare della condizione femminile, ma di scoprire la donna dall’interno, quasi fisicamente. Come reagisce a quello che la società chiede al suo corpo, come è venduta, aggredita».
Ripartiamo dalla scuola
Scuola senza fine di Adriana Monti | (1979-1983) 36’
Nonostante il diploma conseguito qualche anno fa, un gruppo di donne (per lo più casalinghe) sceglie di continuare a incontrarsi e a riflettere con la propria insegnante (Lea Melandri). Scuola senza fine è il risultato di una collaborazione tra Adriana Montie questi “studentesse” durata dal 1979 al 1981: insieme hanno dato vita a questo happening in divenire.
Cuba: rivoluzione nella rivoluzione
Coffea Arábiga di Nicolás Guillén Landrián | (1968) 18’
Tra i grandi documentaristi emersi dall’ICAIC non si può dimenticare Nicolás Guillén Landrián. Il regista inventa un modello filmico costruito su una nebulosa di associazioni e citazioni, fatto di frammenti di significato che non possono essere pacificamente raggruppati o armonizzati all’interno di un modello gnoseologico coerente.
Guerrilla media in Medio oriente
Chic Point. Fashion for Israeli Checkpoints di Sharif Waked | (2003) 7’02’’
Attirando l’attenzione sul corpo del palestinese che viene fermato quotidianamente ai checkpoint israeliani per lunghe e umilianti perquisizioni, e ricollocando questo corpo in un contesto radicalmente diverso, Waked resiste alle rappresentazioni comuni del palestinese come (sempre e solo) vittima di ispezioni militari, trasformandolo invece in un oggetto di desiderio ben consapevole della sua desiderabilità.
Controinformazione a Taiwan
The New Wave of Opposition Movements di Green Team | (1988) 25’
Il Green Team (1986-1990) è considerato il più importante collettivo di guerriglia mediatica di Taiwan del periodo precedente e successivo alla revoca della legge marziale. Con le prime videocamere elettroniche, i suoi membri hanno documentato le ondate di movimenti sociali, tra cui quelli politici, ambientalisti, contadini, operai, indigeni e veterani della Cina continentale.
Algeria: decolonizzare la mente
J’ai huit ans di Yann Le Masson, Olga Poliakoff | (1961) 9’
«Per noi si trattava di lottare anche sul piano cinematografico. Io e Olga abbiamo co-diretto J’ai huit ans, il mio primo film militante, basato su un’idea di René Vautier. Basato sui disegni di bambini algerini rifugiatisi in Tunisia, il film si proponeva di portare lo spettatore nel mondo traumatizzato di questi bambini, dove la parola “Francia” faceva atrocemente rima con le parole “uccidere”, “bruciare” o “torturare”.»