Festival artistici

CHE STORIA!
Un’esperienza di festival

exhibition / lecture /
laboratori / dibattiti / ritratti /
passeggiate storiche / libri / visite in archivio /

31 maggio – 2 giugno

Fondazione G. Feltrinelli, Viale Pasubio 5, Milano


31/05/2024 ore 18:00
Aggiungi al calendario 01/01/1970 18:00 Europe/Italy CHE STORIA! Un’esperienza di festival exhibition / lecture / laboratori / dibattiti / ritratti / passeggiate storiche / libri / visite in archivio / 31 maggio – 2 giugno Fondazione G. Feltrinelli, Viale Pasubio 5, Milano Viale Pasubio 5, Milano aWvIKHQmrzrzsRcNqmAj223240
Viale Pasubio 5, Milano Come arrivare
Ingresso libero fino a esaurimento posti.

Di cosa parliamo?

La guerra è tornata a essere uno scenario di paure, immagini, orrori, gesta che ci riguardano al tempo presente. Non perché il lungo secondo dopoguerra sia stato un tempo “senza guerre”, ma perché – allora – le guerre erano percepite come “lontane”, come “conflitti locali”, circoscritti, anche quando si protraevano a lungo.

Lo scenario di oggi ripropone per certi aspetti guerre nazionali che si pensavano appartenere al XIX secolo, oppure guerreneo-imperiali che rimettono radicalmente in discussione quel quadro che a lungo abbiamo guardato come stabile, ma che evidentemente stabile non era, e attraverso il quale ci siamo immaginati il futuro.  

La guerra è lo “stato naturale” delle società? Il tempo di pace è solo un “intervallo”? Come aprire laboratori e spazi di riflessione per dare al futuro una possibilità di fuoriuscita da questo tempo presente?

VENERDÌ 31 MAGGIO

STORIA IN SCENA

18.00-21.00
OPENING CHE STORIA!

 

18.00 – SALA LETTURA
BOOKLAB / LE ORIGINI DEL CONFLITTO
In occasione della pubblicazione de
La Russia moralizzatrice. La crociata del Cremlino per i valori tradizionali di Marta Allevato (Piemme, 2024)
con Silvio Pons

 

19.00 – SALA POLIFUNZIONALE 
Pace vs. guerra: la posta in gioco

Dialogo fra Nicola Lagioia e Goffredo Fofi

Nicola LagioiaNicola Lagioia è scrittore, sceneggiatore, conduttore radiofonico e direttore editoriale di Lucy sulla cultura. Il suo ultimo libro è La città dei vivi (Einaudi, 2020).

 

Goffredo FofiGoffredo Fofi è un giornalista e critico teatrale, cinematografico e letterario. È stato animatore di riviste storiche come Quaderni Piacentini, Ombre rosse, Linea d’ombra e direttore della rivista culturale Lo Straniero.

20.00-21.00 – SALA POLIFUNZIONALE
RITRATTO

Come in una lezione di storia “aumentata” che sappia raccontare ma anche coinvolgere e intrattenere, si ricostruisce la biografia, l’impegno civico e quello politico di Gino Strada, come voce del nostro passato, che ancora parla al nostro presente e, soprattutto, al nostro futuro.

#cura #guerra #giustizia

Gino Strada
Gino StradaMedico e attivista italiano (Sesto S. Giovanni 1948 – Rouen, Normandia, 2021). Ha collaborato (1989-94) con il Comitato Internazionale della Croce Rossa in numerose aree interessate da conflitti bellici. Nel 1994 ha fondato con la moglie Teresa Sarti e altri colleghi l’organizzazione umanitaria Emergency, con lo scopo di fornire cure e assistenza ai civili feriti nelle guerre, in particolare alle vittime delle mine antiuomo, e di addestrare personale sanitario locale. Al primo ospedale, aperto in Iraq nel 1996, ne sono seguiti vari altri, oltre a numerosi centri per la chirurgia, la riabilitazione e l’assistenza in aree interessate da conflitti; Strada è stato inoltre attivamente impegnato nelle campagne per la pace e la difesa dei diritti umani.

Adolfo Ceretti (Università degli Studi Milano-Bicocca), Simonetta Gola (Emergency).
modera Valeria Palumbo (giornalista)

SABATO 1 GIUGNO

STORIA ALL’APERTO

10.00-13.00
PASSEGGIATE URBANE

Percorsi erranti per studenti e cittadini che vogliano riappropriarsi della città e
conoscere le vicende che l’hanno attraversata. Partenza da Fondazione G. Feltrinelli, viale Pasubio 5.

#1
Il dissenso dell’underground. Il pacifismo delle controculture a Milano
con Marco Philopat (Agenzia X) e Andrea Capriolo (Università di Udine)

#2
Voci contro la guerra: ricordare la pace nei giardini di Milano
con Alina Binaghi (Master in Public History Fondazione Feltrinelli e Università Statale di Milano)

#3
Ascolta il tuo cuore città: arte e guerra a Milano
con Mosé Previti (Master in Public History Fondazione Feltrinelli e Università Statale di Milano)

#4
Il “maggio radioso” a Milano: italian* pro e contro la guerra, maggio ’15
con Nino Minoliti (Gazzetta dello Sport)

#5
Dialoghi di pace: gli spazi della convivenza religiosa a Milano
con Paolo Zanini (Università degli Studi di Milano)


15.00-16.30
LABORATORI
#1 Le guerre del nostro tempo – SALA DEL BO
con Igor Pizzirusso (Istituto nazionale Ferruccio Parri e PopHistory ETS) e Mirco Carrattieri (Liberation Route Italia)

La guerra nel nostro tempo si nutre ancora del linguaggio delle guerre di liberazione. Chi fa la guerra racconta che la fa perché ritiene che occorra recuperare qualcosa che gli è stato sottratto. Per questo non cesserà di combattere fino a quando quella cosa non tornerà “tra le sue mani”. Le guerre del tempo attuale rispetto a quelle del secondo dopoguerra sono guerre “totali”. Se nel lungo secondo dopoguerra il sistema dei blocchi aveva prodotto guerre locali che rimanevano geograficamente “locali” e marginali, la fine della realtà bipolare e l’avvento del multipolarismo, non ha inaugurato un tempo “senza più guerre”, ma la manifestazione di “guerre infinite” o “inconcluse“. Come può aiutarci la storia a ragionare su queste guerre che, più che di conquista, sono guerre “di riscatto”? Il gioco può essere uno strumento utile a negoziare questi significati e aiutarci a immaginare un futuro che non preveda la sola affermazione di se stessi e, dunque, l’annientamento dell’altro?

#2 Io con l’elmetto ci vado anche a letto – SALA POLIFUNZIONALE
con Federico Rossin (critico e curatore indipendente di cinema documentario e sperimentale)

È possibile vedere e ascoltare voci guerrafondaie senza che diventino strumento persuasivo e linguaggio antitetico alla pace? Se la guerra si fa anche con la retorica e con la performatività, come disinnescare queste voci? In un percorso che dai discorsi mussoliniani permetterà di arrivare al presente, proveremo a capire cosa può e cosa deve fare il cinema per scongiurare la guerra proclamata dalla politica.

#3 Lo sguardo degli altri – SALA ACQUARIO
con Alessandro Pesaro (Università di Lincoln)

L’IBCC Digital Archive alla University of Lincoln (UK) ha pubblicato online oltre 30.000 documenti relativi alla guerra di bombardamento nel teatro europeo dal 1939 al 1945. Lettere, carte personali ed interviste con i protagonisti permettono di cogliere la dimensione privata ed intima di chi ha combattuto il nazifascismo nell’aviazione alleata, indagando motivazioni, idealità ed il difficile rapporto con la violenza. Durante la sessione verranno presentati documenti come le “ultime lettere” dei caduti, la poesia di guerra lasciata da aviatori in missione di bombardamento sulla Germania e Europa occupata, ed una selezione di testimonianze di prima mano lasciate da equipaggi che hanno partecipato a missioni operative sull’Italia settentrionale.


STORIA DA SCOPRIRE

16.30-17.30
ALLA SCOPERTA DELLE FONTI / VISITE GUIDATE IN ARCHIVIO
16.30-17.00
Le parole e le immagini della guerra

Proporremo un tavolo dei testi e delle fonti – non solo scritte ma anche illustrate e iconografiche – che negli ultimi due secoli hanno contribuito a costruire, modificare e riscrivere l’immagine della guerra.

Tra le fonti:
Tavole illustrate da “L’Asino”, “Avanti della domenica!”, periodici dei movimenti radicali degli anni ’60 e ’70 degli Stati Uniti dal periodico “AIZ” al settimanale “Monde” a “Esprit” ai documenti e ai volantini sulla guerra nucleare.
Non mancheranno edizioni storiche o prime edizioni: tra gli altri, di Von Clausewitz, Sigmund Freud, Giovanni Papini, Filippo T. Marinetti.

17.00-17.30
Le parole e le immagini della pace

Proporremo un tavolo dei testi e delle fonti – non solo scritte ma anche illustrate iconografiche – il cui fine sarà illustrare come si forma un vocabolario della pace e un immaginario del “vivere in pace” tra ’700 e Età contemporanea.

Tra le fonti:
Kant, Mazzini, Ernesto Teodoro Moneta, Henri Barbusse, Bertrand Russell, Gandhi, saranno solo alcuni degli autori e delle opere che proporremo. Insieme mostreremo manifesti, documenti archivistici dei movimenti per la pace tra anni ’60 e ’70.

Dai materiali esposti, verrà composto un catalogo che verrà reso scaricabile dalla pagina web della Fondazione come traccia e promemoria delle fonti del nostro patrimonio.

17.00-19.00
BOOKLAB / LE ORIGINI DEL CONFLITTO

17.00 – SALA LETTURA
Gramsci. La biografia
di e con Angelo d’Orsi (Feltrinelli, 2024) assieme a Davide Cadeddu (Università degli Studi di Milano)

18.00 – SALA POLIFUNZIONALE
Gaza. Dopo il 7 ottobre: odio e amore per Israele
di e con Gad Lerner (Feltrinelli, 2024) assieme a Widad Tamimi (scrittrice)


STORIA IN SCENA

19.00-20.00
UN TALK PER LA STORIA – SALA POLIFUNZIONALE
Pace vs. guerra: niente di più attuale
Con Agostino Giovagnoli, Università Cattolica di Milano, Costanza Spocci, Marta Bellingreri e Domenico Quirico*.

20.00-21.00
RITRATTO – SALA POLIFUNZIONALE
Come in una lezione di storia “aumentata” che sappia raccontare ma anche coinvolgere e intrattenere, si ricostruisce la biografia, l’impegno culturale e quello politico di Anna Kuliscioff, come voce del nostro passato, che ancora parla al nostro presente e, soprattutto, al nostro futuro.

#salute #lavoro #guerra

Anna Kuliscioff

Anna Kuliscioff(Moskaja, Cherson, 1854 – Milano 1925). Anarchica, fuggì in Svizzera (1877) e vi conobbe Andrea Costa, di cui divenne compagna. Esule in Italia, aderì al marxismo e condivise con Filippo Turati (cui si unì dal 1885) la direzione di Critica sociale (1891). Esponente della corrente riformista del Partito socialista, militò nel movimento per l’emancipazione delle donne. Nel 1912 fondò (e in parte diresse) La difesa delle lavoratrici, primo periodico delle donne socialiste su scala nazionale, che inizialmente prese posizione contro la guerra. L’odio contro l’imperialismo tedesco e quello austriaco, tuttavia, fu più forte di ogni neutralismo e pacifismo. In seguito, seguì e appoggiò con convinzione la fase “democratica” della rivolta russa, mentre fu duramente critica nei confronti dei bolscevichi.
con Valeria Palumbo (giornalista) e Giuliana Nuvoli (Università degli Studi di Milano).

DOMENICA 2 GIUGNO

STORIA ALL’APERTO

10.00-13.00
PASSEGGIATE URBANE

Percorsi erranti per studenti e cittadini che vogliano riappropriarsi della città e conoscere le vicende che l’hanno attraversata. Partenza da Fondazione G. Feltrinelli, viale Pasubio 5.

#1
Il dissenso dell’underground. Il pacifismo delle controculture a Milano
con Marco Philopat (Agenzia X) e Andrea Capriolo (Università di Udine)

#2
Voci contro la guerra: ricordare la pace nei giardini di Milano
con Alina Binaghi (Master in Public History Fondazione Feltrinelli e Università Statale di Milano)

#3
I luoghi della distruzione a Milano 
con Mosé Previti (Master in Public History Fondazione Feltrinelli e Università Statale di Milano)

#4
Il “maggio radioso” a Milano: italian* pro e contro la guerra, maggio ’15
con Nino Minoliti (Gazzetta dello Sport)

#5
Dialoghi di pace: gli spazi della convivenza religiosa a Milano
con Paolo Zanini (Università degli Studi di Milano)


11.30-13.00
LABORATORI 
#1 Le guerre del nostro tempo – SALA DEL BO
con Igor Pizzirusso (Istituto nazionale Ferruccio Parri e PopHistory ETS) e Mirco Carrattieri (Liberation Route Italia)

La guerra nel nostro tempo si nutre ancora del linguaggio delle guerre di liberazione. Chi fa la guerra racconta che la fa perché ritiene che occorra recuperare qualcosa che gli è stato sottratto. Per questo non cesserà di combattere fino a quando quella cosa non tornerà “tra le sue mani”. Le guerre del tempo attuale rispetto a quelle del secondo dopoguerra sono guerre “totali”. Se nel lungo secondo dopoguerra il sistema dei blocchi aveva prodotto guerre locali che rimanevano geograficamente “locali” e marginali, la fine della realtà bipolare e l’avvento del multipolarismo, non ha inaugurato un tempo “senza più guerre”, ma la manifestazione di “guerre infinite” o “inconcluse“.
Come può aiutarci la storia a ragionare su queste guerre che, più che di conquista, sono guerre “di riscatto”? Il gioco può essere uno strumento utile a negoziare questi significati e aiutarci a immaginare un futuro che non preveda la sola affermazione di se stessi e, dunque, l’annientamento dell’altro?

#2 Io con l’elmetto ci vado anche a letto – SALA POLIFUNZIONALE
con Federico Rossin (critico e curatore indipendente di cinema documentario e sperimentale)

È possibile vedere e ascoltare voci guerrafondaie senza che diventino strumento persuasivo e linguaggio antitetico alla pace? Se la guerra si fa anche con la retorica e con la performatività, come disinnescare queste voci? In un percorso che dai discorsi mussoliniani permetterà di arrivare al presente, proveremo a capire cosa può e cosa deve fare il cinema per scongiurare la guerra proclamata dalla politica.

#3 Lo sguardo degli altri – SALA ACQUARIO (IV piano)
con Alessandro Pesaro (Università di Lincoln)

L’IBCC Digital Archive alla University of Lincoln (UK) ha pubblicato online oltre 30.000 documenti relativi alla guerra di bombardamento nel teatro europeo dal 1939 al 1945. Lettere, carte personali ed interviste con i protagonisti permettono di cogliere la dimensione privata ed intima di chi ha combattuto il nazifascismo nell’aviazione alleata, indagando motivazioni, idealità ed il difficile rapporto con la violenza. Durante la sessione verranno presentati documenti come le “ultime lettere” dei caduti, la poesia di guerra lasciata da aviatori in missione di bombardamento sulla Germania e Europa occupata, ed una selezione di testimonianze di prima mano lasciate da equipaggi che hanno partecipato a missioni operative sull’Italia settentrionale.


STORIA DA SCOPRIRE

16.30-17.30 – ALLA SCOPERTA DELLE FONTI / VISITE GUIDATE IN ARCHIVIO
11.00-11.30
Le parole e le immagini della guerra

Proporremo un tavolo dei testi e delle fonti – non solo scritte ma anche illustrate e iconografiche – che negli ultimi due secoli hanno contribuito a costruire, modificare e riscrivere l’immagine della guerra.

Tra le fonti:
Tavole illustrate da “L’Asino”, “Avanti della domenica!”, periodici dei movimenti radicali degli anni ’60 e ’70 degli Stati Uniti dal periodico “AIZ” al settimanale “Monde” a “Esprit” ai documenti e ai volantini sulla guerra nucleare. Non mancheranno edizioni storiche o prime edizioni: tra gli altri, di Von Clausewitz, Sigmund Freud, Giovanni Papini, Filippo T. Marinetti.

11.30-12.00
Le parole e le immagini della pace

Proporremo un tavolo dei testi e delle fonti – non solo scritte ma anche illustrate iconografiche – il cui fine sarà illustrare come si forma un vocabolario della pace e un immaginario del “vivere in pace” tra ’700 e Età contemporanea.

Tra le fonti:
Kant, Mazzini, Ernesto Teodoro Moneta, Henri Barbusse, Bertrand Russell, Gandhi, saranno solo alcuni degli autori e delle opere che proporremo. Insieme mostreremo manifesti, documenti archivistici dei movimenti per la pace tra anni ’60 e ’70.

Dai materiali esposti, verrà composto un catalogo che verrà reso scaricabile dalla pagina web della Fondazione come traccia e promemoria delle fonti del nostro patrimonio.

31 MAGGIO – 2 GIUGNO

SALA DELLA PERUTA
Venerdì 31 dalle 18.00 alle 22.00
Sabato 1 dalle 10.00 alle 22.00
Domenica 2 dalle 10.00 alle 14.00

EXHIBITION
Voci di pace in tempi di guerra
Una mostra iconografica dal Patrimonio della Fondazione

Un percorso tra le fonti del patrimonio – opuscoli, appelli, pagine di giornale e lettere – sulle voci che hanno avuto il coraggio di levarsi in opposizione alla guerra, quando la guerra era ancora in corso. L’idea alla base della mostra nasce dalla presenza nel Patrimonio di documentazione sul pacifismo durante i conflitti, che significa avere a che fare con un’esperienza che richiede la capacità di opporsi al volere della maggioranza e all’opinione prevalente. L’idea si basa sulla selezione di alcuni autori individuali o soggetti collettivi che hanno compiuto scelte non condivise dai più, e dunque non consonanti con il loro tempo. Questa necessità di «dire la verità» unisce persone, luoghi e contesti differenti ma si traduce in un percorso che parla di coerenza, coraggio e lealtà.

Tra le fonti:

VISIONI DI PACE
Voci di guerra in tempo di pace
Una selezione di film e cortometraggi sulle mobilitazioni e le retoriche guerrafondaie e divisive nei periodi di pace, da trasmettere a ciclo continuo.

a cura di Federico Rossin critico e curatore indipendente di cinema documentario e sperimentale.

Denunciare la guerra mostrandone gli orrori costituisce un’opera di decostruzione delle retoriche guerrafondaie o contribuisce ad ammorbare l’immaginario con immagini terrificanti, rischiando di farci abituare al male o tutt’al più di farci distogliere lo sguardo? Il cinema antimilitarista ha una lunga storia: cerchiamo di raccontarla con gli esempi più folgoranti e oggi pressoché dimenticati. Vedremo così delinearsi una sorta di bruciante atlante dei conflitti
del XX secolo, che artisti e cineasti hanno tentato, attraverso sperimentazioni formali di ogni tipo, di disinnescare e spegnere.

Henri Storck – Histoire du soldat inconnu (1932) 11′

Questo film è un montaggio di cinegiornali del 1928, l’anno del patto Briand-Kellog che dichiarò la guerra fuori legge. Un film visionario: mentre i politici facevano discorsi pacifisti, Storck aveva intuito che tutte le conferenze sulla pace stavano inevitabilmente preparando una guerra. Un vasto raduno di pagliacci che tirano i fili del mondo e sparano i cannoni. La violenza delle immagini è rafforzata nella colonna sonora da marce funebri ironiche, musica militare e arie leggere.

Alexander Kluge, Peter Schamoni – Brutalität in Stein (1961) 11′

Kluge compie un’opera di memoria rivolgendo lo sguardo al gigantesco complesso architettonico di Norimberga, sede dei congressi del Partito del Reich. Comprendiamo fino a che punto la brutalità di un sistema politico e della sua ideologia guerrafondaia siano ben impresse nella pietra: l’orrore nazista non appartiene al passato, ma al presente tedesco. Questo film segna l’inizio della fine dell’amnesia che il cinema tedesco aveva dimostrato negli anni ’50 nei confronti del periodo nazista.

Peter Gessner – Time of the Locust (1966) 12′

Molti analisti che hanno descritto il Vietnam come “la prima guerra interamente coperta dai media” hanno dimenticato di dire che spesso non era altro che una mascherata hollywoodiana, perché le uniche immagini che avrebbero potuto sconvolgere il pubblico televisivo non sono mai arrivate sui piccoli schermi. Peter Gessner compone il suo film con queste immagini rese invisibili dai media: la forza brutale del suo montaggio e la musica minimalista di Morton Feldman vanno dritti al cuore.

Charles Gagnon – Le Huitième jour (1967) 14′

Critica virulenta della tecnologia militare, della violenza e della cultura consumistica del dopoguerra attraverso un montaggio di cinegiornali ed estratti di film che riflettono la cultura popolare dell’epoca. L’auto-immolazione di un monaco buddista vietnamita – compiuta in nome della pace – funge da contrappunto, ultimo atto di protesta e resistenza contro la guerra del Vietnam. Il film di Gagnon fu proiettato originariamente nel padiglione cristiano dell’Expo 67 a Montréal.

Sándor Sára – Pro Patria (1969) 10′

Atto d’accusa al vetriolo, Pro Patria è un film dal montaggio esplosivo, al servizio di un pacifismo ribelle e senza scampo. Immagini di combattimenti e cadaveri smembrati si contrappongono a cerimonie, monumenti e celebrazioni che esorcizzano. Sára interroga disperatamente le immagini, cercando qualche traccia di umanità dietro l’opera disumanizzante della Storia come carneficina: statue che idealizzano corpi in frantumi, foto di soldati con sguardi pieni di orrore.

Mirabelle Fréville – La Bobine 11004 (2020) 19′

Nel 1946, otto mesi dopo i bombardamenti atomici, una troupe dell’esercito americano girò un documentario in Giappone. Diverse bobine furono girate a Hiroshima e Nagasaki, ma quando arrivarono negli Stati Uniti, il filmato fu immediatamente classificato come “difesa segreta”. La Bobine 11004 esplora i 19 minuti di una bobina di queste riprese e rivela, fotogramma per fotogramma, la prima censura nella storia dell’energia nucleare a scopo bellico.

La Fondazione ti consiglia

Restiamo in contatto