Di cosa parliamo?
Nell’era digitale l’inganno non è più eccezione ma ambiente. Con il 59° Annale Democrazia ai margini, studiosi e giornalisti analizzano come disinformazione e manipolazione plasmino la nostra percezione del reale. A seguire, RMX trasforma in danza lo spaesamento dell’immagine contemporanea, esplorando il confine tra reale e virtuale. Un doppio appuntamento per capire il nostro tempo.
Il programma
ore 18.30 Sala di lettura
L’arte dell’inganno
Disinformazione, rappresentazione e realtà nell’era digitale
Presentazione del 59° Annale Democrazia ai margini. Disinformazione e manipolazione dell’opinione pubblica nell’era digitale
Saluti introduttivi
Carlo Feltrinelli Fondazione Giangiacomo Feltrinelli
Intervengono
Giovanni Boccia Artieri Sociologo, Università di Urbino, curatore dell’Annale
Roberta Carlini Giornalista e ricercatrice, Istituto Universitario Europeo
Giovanni Diamanti Giornalista e ricercatrice, Istituto Universitario Europeo
Barabara Serra Giornalista, conduttrice SKY News UK
Modera
Rosa Polacco Giornalista RaiRadio3
Ingresso su prenotazione
ore 20.30 Sala Polifunzionale
Spettacolo di danza
RMX
Oltre lo schermo: tra presenza e rappresentazione
Ultima produzione di 369gradi, ideato e scritto da Pietro Angelini e Karlo Mangiafesta: un’immersione nelle profondità dell’immagine, una metafora della mediazione tra reale e virtuale, che indaga il senso di spaesamento nell’era digitale.
Intero 12€ – Ridotto 8€ (under 25, over 65, possessori Carta Effe)
Leggi la scheda del libro
Democrazia ai margini
Disinformazione e manipolazione dell’opinione pubblica nell’era digitale
59° Annale di Fondazione Feltrinelli
Non più solo in Parlamento, in televisione o sui giornali: oggi la democrazia si gioca nei nostri feed, nei canali paralleli della controinformazione e sulle piattaforme digitali dove il confine tra verità e racconto si assottiglia.
YouTube, Telegram, X, Reddit o 4chan sono diventati l’infrastruttura della post-sfera pubblica: spazi ibridi in cui si formano nuove comunità, si costruiscono appartenenze e si decide che cosa merita considerazione. Qui gli algoritmi regolano la visibilità dei contenuti, le metriche di engagement orientano la costruzione del consenso e l’economia dell’attenzione sostituisce quella dell’argomentazione.
In questo ecosistema, la post-verità non è una deviazione patologica ma una condizione strutturale: ciò che circola online contribuisce a definire il campo del dicibile, ciò che appare legittimo nella contesa politica e ciò che viene espulso dal discorso pubblico.


