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Il vero caso Emilia Pérez (oltre le polemiche su Gascón)

Il film mostra come la transizione di genere non elimini i tratti patriarcali. Più dei tweet, serve riflettere su questo


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Nella cerimonia di assegnazione agli Oscar 2025 Karla Sofia Gascón, la protagonista di Emilia Pérez, è stata inquadrata una volta quando il presentatore della serata Conan O’Brian si è rivolto a lei dicendole: “Se pubblichi un tweet sugli Oscar ricordati che mi chiamo Jimmy Kimmel”. 

Chiediamoci: un Oscar premia un’opera, i temi che propone la capacità di rappresentarli e dargli un volto, o ci fermiamo alla faccia che vediamo?
Forse un tempo questa domanda sarebbe stata marginale. Da domenica notte non lo è più. 

Dall’entusiasmo per essere la prima donna trans a ricevere una candidatura all’Oscar all’ignominia per diversi tweet, a sfondo transfobico e islamofobico, scritti ben prima che il successo la travolgesse.  

La questione, come è noto, è esplosa quando la giornalista Sarah Hagi ha condiviso su X gli screenshot di una decina di post in spagnolo (con traduzione in inglese) in cui Gascón se la prende con l’Islam, gli immigrati provenienti da Paesi arabi e, più in generale, “le religioni che vanno contro ai valori europei”. 

La reazione di Gascón è stata significativa: nel giro di diverse ore Gascón si è scusata per i suoi tweet passati e ha anche iniziato a cancellarne diversi dalla piattaforma. 

Indipendentemente dalla sentenza di Hollywood, forse tutta questa storia ci è utile per capire non chi sia per davvero Karla Sofia Gascón, ma se siamo disposti a riflettere sulla vicenda di Emilia Pérez, o se quella storia, per molti aspetti inquieta e in cui si mettono in questione molte divisioni nette in termini di passioni, identità, valori, rimorsi, conflitti, non sia una possibilità per farci delle domande su di noi. 

Emilia Pérez non è un personaggio lineare, presenta molte contraddizioni. Dentro la sua identità complessa, nella transizione di genere, non si consuma una dismissione dall’antropologia del maschio “guerriero” e “padrone” della vita degli altri. Diversamente: il patriarcalismo rimane invariato. Quei tratti anzi si ripresentano in Emilia Pérez. 

In breve, la transizione di genere non descrive il passaggio verso un’altra personalità. Rimane ancora la pretesa di decidere di e per altri. Dunque, quel passaggio di metamorfosi non è l’ingresso in un’altra fisionomia. Rimangono molti tratti precedenti. 

Questo aspetto più che un limite mi sembrerebbe un grande tema di discussione pubblica che invece nessuno vuole affrontare. 

Quella a cui assistiamo è una risposta difensiva, aggressiva proprio perché non disposta a discutere. Risposta che si ripara dietro il comfort della critica rappresentata dal dito puntato contro Karla Sofia Gascón. L’estetica molto nota dell’icona della mobilitazione alla guerra: “I want You!” 

 

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