Intelligenza artificiale e lavoro: un nuovo patto per la rappresentanza

approfondimento


Articolo tratto dal N. 34 di Compagni di classe Immagine copertina della newsletter

Oltre l’industria

Nella società contemporanea le organizzazioni di rappresentanza del mondo del lavoro sono ormai costrette a muoversi su un terreno che non gli è congeniale. Il problema di come rappresentare gli interessi economici e sociali dei lavoratori appare infatti denso di nuove contraddizioni, che hanno la loro radice in importanti cambiamenti di tipo strutturale. La società di oggi non presenta più le caratteristiche che avevano contraddistinto la società industriale prima e quella post-industriale dopo, cioè una chiara riconoscibilità degli interessi del capitale e del lavoro e la presenza di confini demarcati fra mercato e gerarchie nella produzione di beni e servizi.

L’economia della rete

Lo sviluppo tecnologico, la nascita dell’economia digitale e l’avvento dell’Intelligenza Artificiale stanno favorendo il diffondersi di forme dell’attività imprenditoriale e di organizzazione del lavoro in cui la detenzione del capitale di impresa e la messa a disposizione della forza lavoro appaiono meno chiaramente distinte rispetto al passato. Le piattaforme di food delivery, giusto per fare un esempio, come del resto altre attività costruite attraverso la realizzazione di APP che svolgono una funzione di “intermediazione”, si avvantaggiano del fatto di essere dei semplici anelli di congiunzione fra domanda e offerta, attribuendo ai lavoratori lo status di soggetti autonomi e non di puri prestatori d’opera come di fatto sono. È noto l’esempio per cui il possesso della bicicletta da parte del rider ne farebbe dal punto di vista delle piattaforme un lavoratore autonomo, con capitale investito proprio (le due ruote), invece che un lavoratore dipendente, le cui condizioni lavorative lo rendono peraltro molto più esposto ai condizionamenti del proprio datore di lavoro rispetto a un tradizionale lavoratore subordinato.

Un rider durante una consegna
Un rider durante una consegna

Il lavoro nell’era digitale

Grazie alle nuove tecnologie della rete, poche persone possono inventarsi dal nulla un’attività e collocarla sul mercato, ottenendo anche un grande successo economico, senza che ciò richieda necessariamente l’investimento di ingenti capitali economici. Si afferma così una logica di imprenditorialità diffusa che nulla ha a che vedere con quelle tradizionali del capitalismo industriale e post-industriale. Al tempo stesso, tempi e modi del lavoro hanno raggiunto gradi di eterogeneità, variabilità e frammentazione tali da impedire al lavoratore di avere una chiara percezione del proprio profilo professionale e, di conseguenza, dei propri interessi. Per restare all’esempio del food delivery, solo negli ultimi anni i lavoratori del settore hanno iniziato ad avanzare rivendicazioni nei confronti delle piattaforme, in relazione all’assegnazione dei carichi di lavoro, alla sicurezza e alla condizione precaria del loro ruolo. Nuovi lavori nascono e muoiono di continuo, e l’esperienza di chi lavora è sempre più caratterizzata da un susseguirsi di attività, spesso eterogenee fra loro, che rendono assai difficile la costruzione di identità professionali stabili nel tempo, così come la definizione di un orizzonte temporale sufficientemente duraturo da consentire la costruzione di modalità di rivendicazione sindacale efficaci.

Dall’IA al neo taylorismo

L’avvento dell’Intelligenza Artificiale, la cui applicazione è già molto diffusa nelle imprese di grandi dimensioni, sopratutto nelle multinazionali, sta rapidamente modificando le caratteristiche sia dell’organizzazione del lavoro sia delle relazioni industriali. L’esempio più evidente è quello della logistica, ma anche nell’ambito di settori del lavoro più qualificati il ricorso a un utilizzo sistematico degli algoritmi sta producendo una sorta di “neo-taylorismo” che viene ormai adottato anche nei rapporti di lavoro professionalmente più qualificati. Sempre nell’ambito delle multinazionali, l’Intelligenza Artificiale consente ormai dei livelli di profilazione dei carichi di lavoro rispetto ai ruoli rivestiti da costituire forme di monitoraggio delle prestazioni molto discutibili, sotto il profilo della privacy e della salvaguardia della dignità del lavoratore.

Un'immagine satirica creata dall'intelligenza artificiale
Un’immagine satirica creata dall’intelligenza artificiale

Le nuove sfide dei sindacati

Trovare soluzione alla crisi della rappresentanza del mondo del lavoro richiede uno sforzo originale, sia dal punto di vista strategico sia da quello organizzativo. Cambiare le categorie con le quali si interpreta il mondo economico e del lavoro, avendo l’intelligenza e il coraggio di leggere le nuove contraddizioni, anche quando queste contrastano con le convinzioni del passato e con le linee di rappresentanza tradizionali. Individuare modalità organizzative più efficaci nel rapportarsi a un lavoro sempre più frammentato e individualizzato. Sono queste le sfide di oggi per le organizzazioni di rappresentanza dei lavoratori. Consapevoli del fatto che, a fronte della crisi di legittimazione che investe i partiti e che sta iniziando a minare anche tratti costitutivi delle nostre liberal-democrazie, ripartire dal mondo del lavoro e dalle condizioni economiche e sociali che contraddistinguono la vita quotidiana degli individui può essere già un nuovo inizio.

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