Fondazioni politiche sotto pressione tra attacchi digitali e crisi della cooperazione

 


Articolo tratto dal N. 55 di Le mani sulla cultura (a volte censurano) Immagine copertina della newsletter

Le fondazioni politiche in Germania sono istituzioni piuttosto uniche: vicine a un partito, ma indipendenti, operano in diversi ambiti — formazione politica per adulti, borse di studio, ricerca, storia e attività a livello internazionale. Da oltre quindici anni, la Friedrich-Ebert-Stiftung (FES) sperimenta restrizioni specifiche nel proprio lavoro internazionale, ad esempio difficoltà nel rilascio dei visti o sanzioni nei confronti dei partner per via della cooperazione.

Nelle autocrazie e nelle dittature è particolarmente diffusa l’introduzione di leggi che impongono la registrazione come “agente straniero”, limitando così l’attività e scoraggiando la collaborazione dei partner locali. Si innesca così una dinamica che, alla fine, blocca ogni forma di cooperazione nel Paese interessato. Ciò è dovuto al passaggio da un mondo multilaterale a uno multipolare e colpisce molte ONG, impedendo alle istituzioni dedicate alla difesa dei diritti umani di costruire ponti. Costruire ponti viene così trasformato in un atto illegittimo.

Attacchi cyber: un nuovo campo di battaglia politica 

Dalle elezioni statunitensi del 2016, abbiamo riscontrato come gli attacchi digitali siano diventati un nuovo campo di battaglia politica. In vista delle elezioni federali del 2017, la FES (insieme ad altre istituzioni politiche) ha dovuto imparare a proprie spese come proteggersi da attacchi hacker di stampo politico provenienti dall’estero.

Sebbene i sistemi informatici della FES rispettino ovviamente elevati standard di sicurezza informatica secondo le linee guida pubbliche vigenti, le reti internazionali di hacker perfezionano continuamente le proprie competenze. Un attacco informatico ai sistemi FES nel 2023 è stato fortunatamente contenuto senza perdita di dati critici. Da allora, la FES (come altre istituzioni pubbliche) mantiene contatti ancora più stretti con l’istituto federale per la sicurezza dei sistemi informativi, e le misure di protezione sono state ulteriormente potenziate.

Ciò che può apparire come una sfida tecnica o politica è in realtà anche una sfida alle rigide normative federali tedesche sulla protezione dei dati. La FES ha pertanto nominato un responsabile esterno per la protezione dei dati al fine di garantire una risposta adeguata — una figura che si è rivelata estremamente utile. 

Mentre gli attacchi di bot sono ormai un fenomeno quotidiano che può essere contrastato efficacemente, gli attacchi hacker mirati rappresentano una minaccia ben più seria. Di recente, un attacco — fallito — nel marzo 2024 ha messo chiaramente in evidenza la nostra vulnerabilità.

L’infrastruttura del nostro archivio della socialdemocrazia è stata particolarmente colpita: per motivi di sicurezza, abbiamo dovuto disattivare molti servizi, in alcuni casi in modo permanente. L’attacco ha reso evidente che alcune delle nostre offerte digitali più datate, comprendenti diverse centinaia di migliaia di documenti digitalizzati, dovevano essere definitivamente rimosse (ad esempio Die Neue Zeit), poiché il software obsoleto presentava gravi falle di sicurezza.

Le piattaforme più recenti, invece, hanno dovuto essere verificate e aggiornate prima di poter essere riaperte al pubblico. Questi eventi hanno accresciuto la percezione di minaccia all’interno dell’istituzione, una percezione non mitigata dagli sviluppi politici nel Paese. 

Cooperazione e (falso) principio di neutralità 

In Germania, è ormai da anni evidente come il partito di destra AfD cerchi di rendere impossibile il lavoro delle fondazioni politiche, mettendo in discussione la legittimità delle loro attività e invocando la necessità della neutralità delle istituzioni.

Questo approccio si sta rivelando efficace: da tempo le istituzioni stesse hanno iniziato a ragionare secondo questa logica quando devono decidere se cooperare, ad esempio per allestire una mostra storica. Ciò genera incertezza tra gli altri attori coinvolti, che si rifugiano dietro il principio di neutralità, prosciugando così il terreno comune su cui si basava la cooperazione. 

Osserviamo che il discorso sulla neutralità sta allontanando i partner e provocando danni duraturi alle reti, che sono la base stessa del lavoro democratico. È evidente come la spirale della restrizione degli spazi di azione sia iniziata anche in Germania, proprio come accadde tempo fa in altri Paesi europei, minando così i processi democratici fondati sulla fiducia e sulla cooperazione — senza contare l’impatto sociale del mutamento dei media e delle sue conseguenze in termini di delegittimazione delle istituzioni. 

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