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Politiche per le città
A poche settimane dalle elezioni comunali (Post), i candidati sindaco delle principali città al voto si confrontano per presentare i propri programmi (Huffington Post). Si va dall’idea della Milano “accessibile in 15 minuti”, più verde e con i quartieri protagonisti (Repubblica), alla Roma “pronta a correre” che punta tutto sullo “sviluppo urbanistico e la tutela ambientale” (Roma Today).
Ma al di là degli slogan elettorali, la pandemia pone oggi enormi sfide agli amministratori città, mettendo in discussione il modello di accrescimento lineare con il quale si sono sviluppate dalla rivoluzione urbana ad oggi. Saranno necessarie – scrive la sociologa Maria Cristina Antonucci – soprattutto politiche urbane di inclusione sociale per contrastare il declino economico e culturale dei soggetti più colpiti dalla crisi, e politiche di accompagnamento alla transizione ambientale (Lenius).
Rigenerazione urbana, riappropriazione degli spazi pubblici, sostenibilità, diritto alla casa e al lavoro sono questioni che, nelle loro sfaccettature, riguardano sia il futuro di Roma sia quello di Milano, ma nel complesso tutto il destino del Paese (Huffington Post).
La Nuova Agenda Urbana delle Nazioni Unite potrebbe rappresentare un punto di partenza efficace. Perché, come scrivono Jacopo Lareno Faccini e Alice Ranzini nel libro “L’ultima Milano. Cronache ai margini di una città”, appena pubblicato da Fondazione Feltrinelli, sembra ora “importante ripartire dai margini, e dalle questioni che essi sollevano, per ragionare con una prospettiva rinnovata su un’agenda urbana inclusiva e redistributiva, che ponga questioni radicali al governo della città e alle sue politiche utilizzando le città ‘in potenza’ radicate nei margini come spazio di (auto)critica, di apprendimento e di sperimentazione”.
Qui Milano
A due velocità Dopo lo shock della pandemia, il capoluogo lombardo prova ripartire, tra la nuova formula ridotta del Salone del mobile (Repubblica) e il summit pre-Cop26 che si terrà tra fine settembre e inizio ottobre. E già si prepara alle Olimpiadi invernali del 2026 (La Stampa).
Ma la crisi economica nella città è evidente, con le serrande abbassate nelle vie dello shopping (True-news) e i livelli di occupazione che sono tornati indietro di cinque anni ai livelli pre-Expo (Giorno). Il pericolo ora, come evidenziato nell’ultimo Rapporto della Fondazione Ambrosianeum, è quello di “un futuro a due velocità” di una città che “si è scoperta fragile”. Durante la pandemia, le richieste di aiuto alla Caritas si sono moltiplicate e il tasso di occupazione è sceso dell’1,9%.
La ripartenza, scrivono gli autori del rapporto, passa dalla “cura”, a partire dai beni comuni e dalle relazioni. In questa prospettiva, ad esempio, lo sviluppo secondo il paradigma della città dei 15 minuti sarebbe da declinare in base alle grandi disuguaglianze esistenti: perché “se in alcuni quartieri è già realtà, in altri, soprattutto in periferia, è ancora da costruire” (Repubblica). Senza dimenticare un’alleanza nuova tra la città e il territorio, dice Stefano Boeri (Pandora). Lo stesso vale per la transizione verde. “Abbiamo davanti la responsabilità di ripensare le nostre economie e le nostre società. La transizione ecologica non è politicamente neutra”, si legge nel libro “Che cos’è la transizione ecologica”. “Non è una questione ‘solamente’ tecnica, scientifica e tecnologica. […] Per questo, serve una visione Politica - con la P maiuscola - che metta al centro le persone nella transizione” (Altreconomia).
Futuro meneghino Come sottolinea il politologo e accademico Lorenzo Ornaghi, a Milano certo non manca la presenza del terzo settore, ma è necessario guardare a un rinnovato coinvolgimento della società civile (Vita), anche nella prospettiva di una maggiore attenzione alla cura della persona (Agensir) e ai salari (Repubblica), nell’ottica di renderli più adeguati ai costi della città. In particolare, la questione del caro vita è strettamente legata al costo degli affitti (Fanpage), anche in relazione al significativo divario di reddito medio annuo tra i milanesi, con un salto rilevante che, ad esempio, passa da 17.903 euro nel quartiere Quarto Oggiaro-Roserio a 88.561 euro nel distretto Brera-Castello (Corriere).
Un’ulteriore criticità riguarda la questione del decentramento delle competenze ai nove Municipi, i quali, sebbene rappresentino un importante presidio territoriale in termini di servizi al cittadino, sono ormai svuotati di risorse economiche proprie e poteri decisionali autonomi (Arcipelago Milano). Di conseguenza un importante dibattito per il futuro della città nei prossimi anni riguarderà l’identità dei Municipi e il loro rapporto con il Comune e la Città Metropolitana (Giorno). E se è chiaro che le città continueranno ad attrarre nuovi abitanti, è vero che il futuro di Milano ora è fortemente connesso alla capacità di assumere scelte strutturali, come sottolineato da Gabriele Pasqui (Gli Stati Generali).
La stessa narrazione del “Modello Milano”, che ha contributo ad alimentare un immaginario di prosperità della città, andrà reinventata (Repubblica), anche attraverso un maggiore mix sociale da collocare nell’ambito degli interventi di trasformazione urbana, come quelli in corso nel quartiere ribattezzato NoLo (Rivista Studio). Gli attivisti di Macao, ad esempio, hanno già messo in guardia dai rischi dei processi di privatizzazione e greenwashing (Manifesto).
Qui Roma
Tra i temi che hanno infiammato il dibattito cittadino di questi mesi, c’è quello della gestione dei rifiuti. Secondo il nuovo report dell’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra), la percentuale di rifiuti riciclati nella Capitale è infatti in costante diminuzione (Repubblica). Nonostante Roma rivestirà un ruolo cruciale nell’attuazione del Pnrr, anche in vista di appuntamenti come il Giubileo del 2025 (Il Sole 24 Ore), nonostante la pure non trascurabile elaborazione di diverse proposte alternative all’attuale sistema di smaltimento di rifiuti capitolino (La Stampa), quello della transizione ecologica sembra però un tema ancora lontano dall’essere al centro dell’operato dell’amministrazione, che in questi mesi estivi ha voluto la riapertura della discarica di Albano con conseguenti proteste e presidi da parte dei cittadini (Roma Today).
A questo si aggiungono le disuguaglianze socioeconomiche acuite dalla pandemia. A partire dall’emergenza abitativa (Internazionale): solo nell’ultimo anno gli sfratti hanno superato la soglia dei 4.500, evidenziando come la precarietà abitativa sia una piaga alla quale occorre trovare rimedio (Corriere Roma). E la diseguale distribuzione del reddito tra centro e periferie, aggravatasi con la pandemia (Caritas Roma 2020), rappresenta senza dubbio una delle maggiori sfide dei prossimi anni, per la quale alcune forze politiche stanno ragionando e proponendo l’ipotesi di un reddito di base municipale (Fanpage) sull’esempio di Barcellona.
Eppur si muove Di fronte a un quadro così critico, a Roma sono però presenti diversi laboratori di politiche della casa e dello sviluppo urbano e sociale che spesso incrociano le esperienze informali cittadine e le istituzioni locali. Tra queste, è di pochi mesi fa la notizia della presenza di tre progetti presentati dal Comune in collaborazione con l’Università Roma Tre tra i 271 vincitori del Bando nazionale del Ministero delle Infrastrutture (PINQuA - Programma Innovativo per la Qualità dell’Abitare).
Un’altra interessante best practice in tema di recupero a fini abitativi e sociali di spazi periferici è l’esperienza del Laboratorio di Città Corviale, che nasce nel 2018 allo scopo di affiancare alla trasformazione fisica del Corviale anche azioni e politiche in grado di accompagnare i soggetti coinvolti. In più, per rispondere alle nuove forme di vulnerabilità socioeconomica emerse con la pandemia (Internazionale), sono nate ulteriori esperienze di mutualismo dal basso (Manifesto).
Ma per le future amministrazioni romane, è la cosiddetta informalità a rappresentare una delle questioni più controverse. Costantemente stretta nella narrazione binaria tra criminalizzazione/decoro (Corriere) e pratiche di welfare informale (Menabò Eticaeconomia), nella Capitale l’informale indica da una parte il mondo delle aree abusive sorte ai margini della città nel corso dei decenni e dall’altra la città degli invisibili, dei senzatetto, dei migranti (Mappa Roma). Non solo. Tra le questioni più di lunga data e urgenti vi è poi anche quella del decentramento amministrativo, riconosciuto ormai da più parti come l’opzione più praticabile per governare un territorio vasto come quello romano.
E ora dopo 40 anni di dibattiti, la riforma dei poteri di Roma Capitale sarebbe pronta, grazie al raggiungimento di un accordo politico bi-partisan. In futuro i sindaci di Roma potrebbero avere poteri simili a quelli dei presidenti di Regione, con la possibilità di approvare leggi, rivolgersi alla Corte Costituzionale e ottenere più risorse fondi direttamente dall’Europa (Linkiesta).
Lo status di Roma in questo modo sarebbe equiparato a quello di cui già godono altre grandi capitali europee come Parigi, Berlino, Londra, Madrid e Bruxelles. E gli organi municipali sarebbero trasformati in “Comuni metropolitani”, permettendo loro di acquisire una propria “personalità giuridica” con poteri e competenze di livello comunale (Abitare a Roma).
T'immagini se Carla J.Maier ricerca ed esplora attraverso la dimensione sonora e il file ricording le trasformazioni culturali e gli impatti post coloniali nelle realtà urbane. E' attualmente titolare di una borsa di studio postdoc Marie Curie presso l'Università di Copenaghen e lavora al progetto di ricerca "Travelling Sounds: A Sensory Ethnography of Sonic Artefacts in Postcolonial Europe" (2018-2020). Si può psicanalizzare una città? Dall'anno della sua nascita nel 2007, ANPU, Agencie Nationale de Psychanalyse Urbaine, contribuisce a curare i problemi e le nevrosi delle città, trovando soluzioni attraverso laboratori di urbanistica e incontri in diverse città e territori francesi e internazionali.
#scuola #educazione #politica È adesso il tempo di Scuola Sconfinata Giovedì 9 settembre ore 18.30 Viale Pasubio 5, Milano e in streaming
Un viaggio per immaginare una scuola possibile e necessaria: una scuola che rimetta al centro il diritto di tutte e di tutti a crescere felici, una scuola che torni a essere bene comune, sconfinando e tracimando per fare delle città dei luoghi significativi e inclusivi di apprendimento.
Alla vigilia del nuovo anno scolastico, un dialogo con le curatrici e alcuni degli autori del libro Scuola Sconfinata. Per una rivoluzione educativa. Con i saluti di apertura di Patrizio Bianchi Ministro dell’Istruzione (video-collegamento) e di Massimiliano Tarantino Direttore di Fondazione Giangiacomo Feltrinelli. Intervengono le autrici e gli autori del libro. Dialogo conclusivo con Yuri Coppi Ufficio scolastico territoriale di Milano. Modera Lorenza Ghidini, Radio Popolare.
L’incontro si potrà seguire anche in streaming sul sito della Fondazione fondazionefeltrinelli.it/live e sulla pagina Facebook.
Diario di bordo Su questi temi, riproponiamo l'iniziativa Milano Unplugged. La prima tappa, dedicata a Milano, di un racconto itinerante in otto città e territori italiani. Nell'ambito del percorso "La fragilità e l'orgoglio", ragazze e ragazzi che abitano tra la Zona 5 e Rozzano raccontano il lavoro d'inchiesta svolto nei loro quartieri attraverso il linguaggio dei podcast e di Instagram.
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