
A cura di Enzo Mingione, Franco Scarpelli, Lorenzo Giasanti.
Il 20 maggio 1970 veniva approvata la legge n. 300, meglio nota come lo Statuto dei lavoratori, quel corpo normativo del diritto del lavoro italiano emanato al culmine di una stagione particolarmente feconda per il riconoscimento concreto di molti di quei diritti che avevano trovato ampio spazio già nel testo costituzionale del 1948.
A distanza di oltre cinquant’anni, la legge rappresenta oggi una delle colonne portanti nell’assetto regolativo del diritto del lavoro e del diritto sindacale che, parzialmente rivisto e modificato nel corso degli ultimi cinquant’anni, continua a costituire la disciplina di riferimento per i rapporti tra lavoratori e imprese.
Ma è davvero così? Quali modifiche dovrebbero essere applicate allo Statuto a fronte dell’eterogeneità e dell’instabilità delle nuove carriere lavorative? E come lo percepiscono giovani studiose e studiosi del lavoro, dal punto di vista giuridico, sociologico ed economico?