
Taranto, città perfetta per Pier Paolo Pasolini, è lo specchio delle conseguenze socio-ambientali del modello di sviluppo industriale.
Nella città ionica, definita zona di sacrificio dall’ONU, si coagulano i costi sociali e ambientali di produzioni (siderurgico, petrolchimico) estremamente profittevoli e al contempo inquinanti e dannose per la salute umana e, più in generale, per la biosfera.
In questo contesto, si è innestata una stagione – lunga ormai più di 10 anni – di conflitti sociali e vertenze, con al centro il destino dell’ex-ILVA, la più grande acciaieria d’Europa.
Come si sono mossi in sindacati? Quali sono le loro priorità e le principali sfide che si trovano ad affrontare?
In questo working paper, frutto della collaborazione tra Fondazione Giangiacomo Feltrinelli e l’Osservatorio per la Coesione Sociale (OCIS), si indaga, attraverso la lente dell’eco-social-growth trilemma, il modo in cui il lavoro organizzato ha affrontato l’ormai noto “caso Taranto”.